Missioni Consolata - Ottobre 2019
MISSIONE È GIOIA OTTOBRE2019 MC 41 D ché abbiano la vita, e la vita in abbondanza») spe- cialmente per gli Yanomami, richiedevano tanto la- voro, tenacia e creatività da parte delle suore, per lanciarsi verso orizzonti di missione più ampi. E per me, le sfide che vivevo si trasformavano in do- mande, tante domande, aggiunte a quella più signi- ficativa che il nostro padre fondatore ci esortava a farci sempre: «Ad quid venisti?» (per quale motivo sei venuta qui?). Con gratitudine ricordo suor Aquilina Fumagalli, arrivata a Boa Vista nel 1950, e suor Leonilde Dal Pos, nel 1953. Le due sorelle, nel tentativo di rispon- dere alle mie domande, mi hanno trasmesso il re- spiro del loro cuore missionario maturato insieme al popolo amazzonico. Le loro condivisioni anima- vano e sviluppavano in me la speranza. Così, quando, appena arrivata, condividevo con loro qualche problema di relazione con la gente, suor Aquilina mi rispondeva sorridendo che non c’era niente di nuovo. Anche lei e le altre suore, al- l’inizio, dopo che erano appena andati via sia i be- nedettini che le benedettine, avevano sperimentato accoglienza e rifiuto. «L’unico mezzo che avevamo a disposizione (per vincere i cuori) era la carità». E suor Leonilde, una suora di età avanzata e fragile, ma molto serena e gioiosa, mi spiegava come era riuscita a incarnarsi in questa realtà così difficile e complessa. Ricordava che i primi tempi aveva sof- ferto molto, soprattutto a causa della scarsità e della qualità del cibo, ma «davanti alle difficoltà non ho mai pensato di ritornare in Italia, perché il mio obiettivo era morire in terra di missione. Ho preferito rimanere qui, visto che c’erano tutte le opportunità per formarmi alla santità, che è lo scopo finale della vita di ogni missionaria della Consolata». Grazie a loro mi sono inserita nella realtà dei popoli dell’Amazzonia brasiliana. Certo che quando le cose vanno bene e si vivono momenti di allegria e di consolazione è più facile essere una missionaria che annuncia la gloria di Dio incarnata, ma è il modo nel quale si vivono i momenti di scoraggia- mento, dolore e fatica, che è determinante nella vita e nella missione. Suor Leonilde mi insegnava a cercare parole di forza e ripeteva molte frasi significative. «Dio non si ripete mai nelle sue opere. Si comunica per mezzo di persone, e ogni persona ha qualcosa da seminare. Dobbiamo essere vigilanti per cogliere la grazia di Dio. Essere umili. Al tempo opportuno Dio si rivela. Per chi non sta attento invece il tempo fugge». I 19 anni che ho trascorso finora in Amazzonia, sono di vita donata. Condividendo, ho imparato - e lo credo fortemente - che il cammino più lungo co- mincia sempre con un primo passo, e alle volte il primo passo è fare una domanda. Suor Mary Agnes
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