Missioni Consolata - Ottobre 2019

punto di vista è molto severo. Fortissime le incursioni dei politi- canti che offrono di tutto, soprat- tutto la realizzazione di fantoma- tici progetti che non sono in sinto- nia con l’ecosistema della regione e la stessa cultura indigena. Molte le promesse mai mantenute, per fortuna degli indigeni, i quali spesso si lasciano ingannare da questi uomini in malafede e senza scrupoli. Nella Regione Serras c’è poca ve- getazione, tipica dei climi semi aridi. Gli indigeni hanno iniziato da qualche tempo a organizzare fiere di sementi e piante con relativo scambio di prodotti del territorio; stanno così crescendo gli scambi e il commercio di beni che generano lentamente un aumento della pro- duzione alimentare locale. La televisione è purtroppo il mezzo più distruttivo nelle comunità indi- gene: è comune vedere nelle ca- Taurepang, Patamona, Maion- gong e qualche Wapixana. Gli Irian, nella Regione Baixo Cotingo, sono al secondo posto come nu- merosità. Da notare che i Wa- pixana sono del gruppo linguistico Aruak. Tutti gli altri del gruppo lin- guistico Carib». Quali sono le tue maggiori preoccupazioni legate ai problemi che da sempre affliggono le terre indigene? «Al momento nella Regione Ser- ras, ci sono invasioni di turisti con vari tipi di distrazioni. C’è una forte presenza di venditori ambu- lanti, che offrono mercanzie di ogni sorta, tra cui bevande alcoli- che e droga, senza nessun con- trollo da parte del governo. Al contrario, il paradosso è che gli in- digeni non possono portare i loro prodotti in città a causa della “mosca della Carambola” e il con- trollo del governo da questo sei anni all’area missionaria di Ca- ranà a Boa Vista, un anno a Matu- ruca, sei anni nella missione di Ca- mará nella regione Baixo Cotingo. Dal 2016 sono tornato a Matu- ruca». Quali le maggiori difficoltà che hai incontrato in questi anni? «In primo luogo, la malaria. I nu- merosi incidenti e le cadute con la mia motocicletta, i viaggi lunghi su strade e sentieri sconnessi e disseminati di pietre, crateri, pan- tani, torrenti da guadare; imbo- scate da parte di garimpeiros e fa- zendeiros evitate solo grazie alla protezione degli stessi indigeni; le incomprensioni e, in ultima istanza, i miei limiti personali e la poca preparazione per lavorare con popoli e culture molto diffe- renti da me». Quali e quante sono le etnie che hai incontrato in questi anni nella Serra do Sol? «Nella Regione Baixo Cotingo, ho lavorato con i Macuxi e con gli Irian, due etnie con lingua simile che oggi convivono ma che in pas- sato erano sempre in lotta tra loro. In misura minore ho anche interagito con individui di lingua Wapixana. Nella regione Serras in- vece, ho lavorato solo con Macuxi e poche persone di altre etnie presenti nelle nostre assemblee periodiche. In generale, i Macuxi, costituiscono la maggioranza in- sieme a minoranze di Ingarikó, Portfolio

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