Missioni Consolata - Ottobre 2019

EDITORIALE Ai lettori OTTOBRE2019 MC 3 di Gigi Anataloni Ritardo consegna del numero scorso Chiediamo scusa a ciascuno di voi, nostri affezionati lettori e amici, per il ritardo con cui è stata consegnata la rivista di agosto-settembre per problemi tecnici. Grazie della vostra pazienza. Battezzati e inviati Q uesto è il titolo del messaggio del papa per l’ottobre missionario di quest’anno ( testo a p. 74 ). È un ottobre missionario speciale, non solo perché coincide con la celebrazione de l Sinodo sull’Amazzonia che è atteso tra tante speranze e polemiche, ma anche perch é in questa occasione «ho chiesto a tutta la Chiesa di vivere un tempo straordin ario di missionarie tà», scrive papa Francesco, per « rinnovare l’impegno missionario della Chiesa, riqualificare in senso evangelico la sua missione di annunciare e di portare al mondo la salvezza di Gesù Cristo, morto e risorto». Provo a riflettere su queste due parole, battezzati e inviati, così ricche di significato. Alcuni giovani, tra i molti che quest’estate sono stati in Africa nelle nostre missioni, sono rimasti scioccati dal sentirsi chiamare «missionari» dalla gente. Sentito una volta, potevano considerarlo uno sbaglio - in realtà nessuno di loro aveva mai pensato di dedicare tutta la vita alla Missione -, ma tante volte li ha fatti riflettere e non solo sul significato del loro essere in quell’angolo d’Africa, anche se solo per un mese, ma sul loro stesso modo di essere cristiani. «Missionari» li ha definiti la gente, riconoscendo che non erano dei semplici turisti. Una verità profonda circa l’identità di ogni battezzato che, proprio perché tale, è immedesimato a Gesù e diventa partecipe della sua stessa missione di costruire un mondo secondo il progetto di giustizia di Dio. B attezzati . Siamo talmente abituati a battesimi celebrati con poche gocce d’acqua versate sulla testa di un infante che stentiamo a ricordarci e assimilare il significato più profondo dell’essere «battezzati». Gesù «era angosciato» al pensiero del «battesimo nel quale sarò battezzato» (Lc 12,50), in continuità, ma più radicale di quello ricevuto quando Giovanni Battista l’aveva immerso nelle acque del Giordano, in un’esperienza di morte e rinascita solo simbo- lica. Il vero battesimo di Gesù è quello della morte in croce e sepoltura nel ventre della terra per re- suscitare il terzo giorno. Essere battezzati, allora, non è semplicemente una formalità, è una scelta di vita. È scegliere tra il vivere secondo un modello di umanità centrato su avere, potere, successo, conformismo, interesse personale, e un altro stile di vita basato sulla legge dell’amore, dove l’io di- venta noi e la mia felicità è far felice l’altro. È scegliere tra una vita secondo lo stile del padrone/boss e quella del servo/amministratore. È prendere posizione per contestare tutto quello che disuma- nizza: violenza, razzismo, volgarità, avidità, cupidigia, idolatria (cfr. Col 3,5-15) facendo scelte di pace, giustizia, sobrietà, accoglienza, solidarietà, rispetto, bellezza secondo lo stile per cui Gesù ha pagato con la sua stessa vita. I nviati . Una parola tardo latina che vuol dire «essere mandati», essere sulla via, in movimento, in uscita. È sinonimo di apostolo e missionario . Solo che definirci apostoli ci spaventa, perché nessuno si sente all’altezza di Pietro e dei suoi compagni. Anche sentirci chiamare missionari ci mette a disagio, perché sembra una scelta troppo radicale che prende tutta la vita. È bello, invece, lasciarci provocare da questa parola che dà un senso profondo al nostro vivere quotidiano da discepoli di Gesù. Non siamo mandati come conquistatori ma come servi e come angeli (messag- geri), e «agnelli in mezzo ai lupi» (Lc 10,3), per essere «sale e luce» (Mt 5,13-14) e costruire un mondo nuovo di pace e amore secondo i criteri di giustizia (= la visione, il progetto, il sogno) di Dio stesso. Siamo missionari con Gesù primo missionario, e con lui crediamo possibile dare forma a un mondo che sia quel giardino (paradiso) nel quale vivere la libertà e l’amore con se stessi e con gli altri (Gen 2,25) e da «puro di cuore» (Mt 5,8) passeggeremo con Dio (Gen 3,8) godendo la bellezza unica (Gen 1,31) del creato. Il cammino in uscita è tutt’altro che una passeggiata, lo provano le centinaia di migliaia di cristiani martiri ( lett. testimoni) del Vangelo anche oggi, battezzati nello stesso battesimo di Gesù, testimoni che pagano con la vita il loro credere in un mondo a misura di figli e figlie di Dio.

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