Missioni Consolata - Ottobre 2019

terà al comptoir (ufficio di esporta- tori, ndr ) in città dove sarà acqui- stato a un prezzo nettamente su- periore. Tutto quello che i cercatori d’oro consumano, come il cibo, gli at- trezzi, viene da lontano, dalle città, e arriva con grossi camion. Per questo è molto costoso. In questi agglomerati di baracche cir- colano soldi, prostituzione, malat- tie, violenza. Tutti gli affari, in que- st’area, seguono i siti di estrazione dell’oro». Un fenomeno, che, pure se esi- steva già 30 anni fa, come con- ferma padre Flavio che era in mis- sione in Congo (all’epoca Zaire) nel 1978, negli ultimi dieci anni ha as- sunto una dimensione enorme, e tutto questo a scapito del territo- rio dei pigmei. Legname pregiato «Un altro fatto che sta contri- buendo alla distruzione dell’habi- tat del pigmeo è il taglio degli al- beri per il legname. I camion che portano mercanzie di ogni genere per i cercatori d’oro, ripartono ca- richi di tronchi. Spesso i pigmei stessi sono assoldati per traspor- tare gli alberi sezionati fuori dalla foresta, nei luoghi raggiungibili dai camion. I mezzi poi partono per l’Uganda, dove il legname sarà venduto e lavorato». Una foresta invasa dalle motoseghe, vuol dire non solo eliminare gli alberi, ma anche far fuggire la selvaggina, il principale sostentamento del pig- meo. Si tratta anche di una invasione culturale, oltre che fisica: «Il pig- meo è entrato in contatto con un’altra realtà. Ha visto il mercato del villaggio bantu, ascoltato la ra- dio, sperimentato gli alcolici. Or- mai non riesce più a staccarsi da queste cose penetrando di più nel folto della foresta. Si avvicina alla popolazione di origine bantu e si accampa. Però è rimasto per in- dole raccoglitore e cacciatore, per cui può capitare che vada in un campo e raccolga del cibo: ma in questo modo, per la società bantu, diventa un ladro. Un com- portamento dell’altro, non puoi criticarlo se non lo conosci. Devi cercare di metterti nei suoi panni. Il pigmeo ha rubato, o piuttosto, ha preso per fame?». Il pigmeo che con la sua famiglia è OTTOBRE 2019 MC 23 pigmei, in particolare la popola- zione dei Bambuti. «La parrocchia lavora sulla realtà pigmea, e sulla realtà dei bantu e delle altre popo- lazioni». Il «nuovo» flagello La foresta è ricca di oro e altri mi- nerali preziosi, che si trovano, in particolare, lungo i fiumi, un po’ ovunque. Così il popolo dei cerca- tori d’oro si inoltra sempre più nella foresta e costruisce vere e proprie città provvisorie di barac- che nei pressi dei siti auriferi più promettenti. Dato che questi siti cambiano in continuazione, i vil- laggi di oggi potrebbero scompa- rire una volta esaurita la vena mi- neraria. Il risultato è una penetra- zione della foresta sempre mag- giore. «Qualcuno paga la licenza di estra- zione - racconta padre Flavio - e manda i più disperati a cercare l’oro. Questi sono i cercatori arti- gianali, lavorano manualmente e nessuno assicura loro il minimo di sicurezza. Si può dire che stanno peggio dei pigmei. Quello che tro- vano lo vendono per pochi soldi all’intermediario, che poi lo por- MC A • Cercatori d’oro | Pigmei | Foresta | Ambiente • A sinistra : una strada interrotta da un corso d’acqua, nella zona in cui opera padre Flavio. Il passaggio è assicurato grazie a canoe. Qui : padre Flavio Pante, in una comunità di pigmei Bambuti da lui seguita. # © AfMC Tommaso degli Angeli

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