Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2019
MC R dotto ittico su tre e l’8% dei pesci catturati viene ributtato a mare morto, moribondo o pesante- mente danneggiato. Nell’infografica di Save the Food @ , l’iniziativa per la riduzione della perdita e dello spreco di cibo, la Fao propone esempi utiliz- zando un solo tipo di prodotto per categoria - mele per frutta e ver- dura, pasta per cereali, vacche per carne, e così via - per dare di quello che buttiamo una misura un po’ più visualizzabile rispetto alle percentuali. Ogni anno elimi- niamo cibo equivalente a 3.700 miliardi di mele, un miliardo di sacchi di patate, 75 milioni di mucche, 763 miliardi di confezioni di pasta - cento per ogni abitante del pianeta - 574 miliardi di uova, 3 miliardi di salmoni atlantici e 11 mila piscine olimpioniche di olive. L’Africa subsahariana perde poco meno di un terzo della carne, di cui la metà nella fase dell’alleva- mento, mentre l’Europa ne spreca un quinto prevalentemente con- centrato nel momento del con- sumo. Quanto ai cereali, il Nord America e l’Oceania ne buttano oltre un terzo - circa il 25% nella sola fase di consumo e poco più del 10% nelle altre fasi - mentre l’Asia meridionale e il sudest asia- tico ne disperdono un quinto so- prattutto nella produzione e nella raccolta. Che cosa si sta facendo La risposta breve è: non abba- stanza. Dal punto di vista legisla- tivo diversi Paesi europei - fra cu i Italia, con la legge 166/16 Francia e Regno Unito - hanno adottato misure per far fronte al feno- meno @ . Vi sono poi numerose iniziative, alcune delle quali si avvalgono della tecnologia e della vasta dif- fusione dei dispositivi mobili @ . L’app Too good to go (Troppo buono per essere buttato), lan- ciata tre anni fa da due allora ven- ticinquenni londinesi, permette di verificare quali negozi o ristoranti nella propria zona hanno cibo an- cora buono ma che non sarà ven- duto nella giornata, di pagarlo e di passare presso l’esercizio a riti- rare la cosiddetta Magic Box , cioè la scatola contenente quanto si è acquistato. Altre app (o siti) per- mettono poi di scambiarsi con gli utenti il cibo che si ha in casa e che non si è in grado di consu- mare, di donare alimenti a asso- ciazioni caritatevoli, di leggere consigli su conservazione dei cibi e ricette per il riuso di ciò che ri- schiamo di non consumare, di vi- sionare le offerte di prodotti ali- mentari vicini alla scadenza nei supermercati della zona, di com- pilare liste della spesa “intelli- genti” per evitare di acquistare ciò che non ci serve, e così via. In Italia vi sono realtà come il Banco Alimentare , Terza Settimana e Equoevento @ , solo per citarne tre fra tante, e non mancano le inizia- tive di sensibilizzazione. Tuttavia, commenta Shalini Un- nikrishnan del Boston Consulting Group sul Guardian @ , la risposta globale è ancora frammentata, li- mitata e in definitiva insufficiente rispetto alla vastità del fenomeno. Chiara Giovetti In queste pagine: Associazione Terza Settimana, Torino, cibo raccolto dai grandi magazzini e pronto per essere distribuito a chi ne ha bisogno (foto © Daniele Ratti, 2017). #
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