Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2019
70 MC AGOSTO-SETTEMBRE2019 Cooperando… scrittore e storico inglese Tristram Stuart ha realizzato per scrivere il suo libro del 2009 dal titolo Waste - Understanding the global food scandal . Stuart ha visitato un’a- zienda agricola britannica, la M.H. Poskitt Carrots nello Yorkshire, una delle principali fornitrici della catena di supermercati inglese Asda , legata al colosso statuni- tense della grande distribuzione Walmart . Nel corso della visita sono state mostrate all’autore grandi quantità di carote che, in quanto leggermente curve, veni- vano scartate e destinate al con- sumo animale. Nel settore del confezionamento le carote passa- vano poi attraverso dei sensori fo- tografici che rilevavano eventuali difetti estetici: le carote che non erano di un arancio brillante o che avevano macchie o che erano rotte venivano gettate in un con- tenitore di mangime per be- lizzati a riempire gli scaffali per fornire al consumatore, che se la aspetta, la più ampia scelta possi- bile. In questo modo, però, i pro- dotti più lontani dalla scadenza vengono preferiti a quelli che sca- dono prima, benché questi ultimi siano ancora sicuri e commestibili. Infine, pratiche come le offerte 3x2 nei supermercati o le formule all you can eat nei ristoranti, con- clude il rapporto, invogliano i clienti ad acquistare e consumare anche ciò di cui non hanno neces- sità. Che cosa si butta di più A livello mondiale, frutta e ver- dura, insieme a radici e tuberi, hanno i più alti tassi di spreco di qualsiasi cibo, con il 45% di pro- dotto buttato. Spariscono anche un terzo dei cereali e un quinto dei latticini, della carne e dei semi e legumi. Finisce sprecato un pro- stiame. Asda , riferiva lo staff dell’azienda, richiede che le ca- rote siano dritte così che i consu- matori possano pelarle con un solo, semplice gesto lineare. In questo modo il 25-30% delle ca- rote veniva scartato, la metà per motivi estetici. Altri motivi di perdita di cibo sono legati al processo produttivo indu- striale stesso, che rendono più sconveniente scartare cibo che utilizzarlo o riutilizzarlo. Come nel caso, citato dal rapporto, di un’a- zienda olandese produttrice di pa- tatine fritte: tagliare le patate per renderle della forma e dimen- sione desiderata produce pezzi ta- gliati in modo irregolare che sono ancora del tutto commestibili ma che è più conveniente per l’a- zienda buttare che tentare di re- cuperare. Ancora, il rapporto cita l’abitudine dei rivenditori dei paesi industria- C IBO PERSO : è il cibo che va perduto nelle fasi della filiera produttiva che riguardano la produzione, il dopo raccolta e la trasformazione. C IBO SPRECATO : è il cibo che va perduto nel punto finale della catena alimentare, quella della vendita (negozi e ristoranti) e del consumo ed è legata al compor- tamento di rivenditori e consumatori. F ONTE : Fao, Global Food Losses and Food Waste , 2011 @
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