Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2019

ITALIA 62 MC AGOSTO-SETTEMBRE2019 di cosa si trattasse. Si andava su internet e si trovavano informa- zioni derivate dalla propaganda cinese. Questa cosa è migliorata con la comparsa, ad esempio, del mio libro, che ho depositato in parecchie cause». La questione dei passaporti Un altro problema, legato al tema delle informazioni sulla Cina, è quello del passaporto. Come mai, si domandano i funzionari italiani, e lo domandano in modo insistito ai richiedenti asilo, le autorità ci- nesi hanno rilasciato un regolare passaporto a un perseguitato? «La questione del passaporto va studiata molto attentamente - ri- sponde Introvigne -. Possiamo provare a dare delle risposte. La prima è che molti scappano prima di essere scoperti e quindi è chiaro che non figurano in nes- sun data base di ricercati. Qui si pone un problema di interpreta- zione delle leggi sui rifugiati: il perseguitato non è solo quello che è già stato arrestato, ma an- che quello che, se fosse scoperto, sarebbe arrestato. L’altro fattore è che in Cina ci sono milioni di casi di corruzione ogni anno. Comperarsi un passaporto credi- bile non è difficile. È vero che il ri- conoscimento facciale, che le im- pronte digitali, rendono la cosa ogni anno un po’ più difficile, ma è anche vero che, pagando, tutto si può alterare. Si può acquistare, ad esempio, la complicità di uno che a una certa ora all’aeroporto non ti controlla. Quello che secondo me spiega la questione passaporti è la massic- cia corruzione. Pagando il giusto a un poliziotto corrotto, non c’è tecnologia che tenga». Il terrore della delazione Secondo gli ultimi dati analizzati dal Pew research centre risalenti al 2016, la Cina è il paese al mondo nel quale sono maggiori le restrizioni alla libertà religiosa da parte del governo, mentre l’osti- lità sociale, da parte dei privati cittadini, è tra le più basse. Non si registra un numero elevato di episodi di intolleranza o violenza privata nei confronti dei membri delle minoranze religiose. Per questo forse il governo deve ri- correre a incentivi economici per indurre le persone a denunciare i membri delle religioni vietate: «Ci sono delle taglie economica- mente interessanti per chi de- nuncia un appartenente a uno xie jiao . Sono più alte per i leader, ma esistono anche per i semplici fedeli», conferma Introvigne. Quando i cinesi fuggono dal loro paese per timore di essere arre- stati e arrivano in Italia, sono ge- neralmente molto spaventati e vi- vono nel costante timore della delazione. «È chiaro che quando uno arriva - ci dice Introvigne -, ha molta paura e una tendenza un po’ paranoica a vedere agenti cinesi dappertutto che “mi spiano, mi vogliono rimandare in Cina, metteranno in pericolo i miei famigliari”. Dopo un po’ che vive in Italia, però, e dice qualche parola in italiano, comincia a prendere un po’ di sicurezza». La rete comunitaria Normalmente, comunque, fanno in fretta a inserirsi nella comunità dei loro concittadini. Dice France- sco Portoghese: «La comunità ci- nese presenta molte peculiarità, prima di tutto perché c’è una forte componente di persone ci- nesi arrivate in Italia per lavoro. C’è una rete etnica molto pre- sente. Le persone, anche prima di ottenere la protezione, erano già in contatto con altri connazionali, tanto è vero che in alcuni casi ri- fiutavano anche di entrare nel si- stema di accoglienza per richie- denti asilo, preferendo dimorare da amici. Questo da un certo punto di vista ha rischiato di creare una sorta di ghettizzazione perché erano persone terroriz- zate che si fidavano, ma neanche tanto, solo dei loro connazionali, e avevano molte difficoltà a rap- portarsi con le forze dell’ordine per il semplice fatto di vedere una persona in divisa, e quindi era molto difficile approcciarle». ningunaparte / Flickr.com Angela-xujing / Flickr.com

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