Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2019

AGOSTO-SETTEMBRE2019 MC 61 MC A dell’Unhcr, l’agenzia Onu per i ri- fugiati -. Il numero complessivo di nuovi richiedenti asilo cinesi è stato di 21.754». Circa un cinese su dieci che l’anno scorso ha fatto richiesta di protezione internazio- nale nel mondo, quindi, non aveva motivi di persecuzione et- nica o politica, ma religiosa. Questi dati, che riguardano le nuove richieste d’asilo del solo 2018, non sono da confondere con i dati complessivi che riguar- dano anche i rifugiati già ricono- sciuti e tutti i richiedenti asilo in attesa già da prima. A fine 2018, infatti, i cinesi rifugiati nel mondo erano in totale 212.050, quelli ri- chiedenti asilo 94.367. «Ho tenuto la relazione introdut- tiva a un incontro alle Nazioni Unite, qualche settimana fa a Gi- nevra, sui rifugiati provenienti dalla Cina in tutto il mondo. Il fe- nomeno è esploso negli ultimi anni, in particolare dopo il 2014, con un picco nel 2018. L’anno scorso, la Cina è diventata il nono paese al mondo per numero com- plessivo di rifugiati, e questa è una novità, perché per molti anni non figurava tra primi venti». Pare che nel 2019 il numero di persone in fuga stia scendendo. Questo, per Introvigne, probabil- mente a causa dell’avanzamento delle tecnologie usate dal go- verno per impedire, ad esempio, il rilascio tramite la corruzione di passaporti regolari. Accoglienza schizofrenica In Italia e in Europa, viene accolta in prima istanza circa una richie- sta d’asilo su dieci, mentre in altri paesi l’accoglimento è maggiore. «L’atteggiamento nei confronti dei rifugiati per motivi religiosi, nel mondo, è abbastanza schizo- frenico - afferma Introvigne -, nel senso che vari paesi hanno atteg- giamenti diversi. Canada e Usa hanno una percentuale di accogli- mento delle domande dell’80 per cento, la Nuova Zelanda si avvi- cina al 100 per cento. Giappone e Corea, invece, non accolgono quasi nessuno. Il Giappone, su 20mila domande negli ultimi cin- que anni, ne ha accolte 19. Non dalla Cina, ma da tutto il mondo. La Corea tende ad accogliere solo quelli della Corea del Nord. L’Eu- ropa è un po’ nel mezzo». Ma perché allora i 6.095 cinesi che hanno fatto domanda d’asilo politico in Europa nel 2018, non sono andati in Canada, negli Usa o in Nuova Zelanda, dove è più fa- cile ottenere asilo? «Negli Usa è più facile ottenere asilo - ri- sponde Introvigne -, ma è molto più difficile ottenere il visto». Per quanto riguarda il picco di ri- chieste del 2016 in Italia, in ef- fetti, un elemento importante da tenere in conto è quello che il no- stro paese nel 2015 rilasciava il vi- sto turistico con molta facilità in occasione del Giubileo straordi- nario e dell’Expo di Milano. «Non escludo - aggiunge Introvi- gne - che nel caso della Chiesa di Dio onnipotente ci sia anche un’i- dea di distribuirsi nel mondo per fare attività missionaria, benché al momento essa non abbia dato grandi risultati». Insufficienza d’informazioni Il caso dei richiedenti asilo cinesi in Italia può essere un punto di osservazione interessante per ca- pire qualcosa di più su come ven- gono valutate le domande di pro- tezione internazionale. Al netto delle storie di persecuzione pale- semente false, infatti, molti dinie- ghi sembra siano dipesi più dalle informazioni parziali in possesso delle commissioni territoriali, e dalle traduzioni cinese-italiano, a volte molto carenti, che dalle sto- rie personali dei richiedenti. A giudicare dagli atti di diniego, come quello consegnato a Quian nel novembre 2016, in alcuni casi l’asilo pare essere stato negato anche a causa delle informazioni parziali o vecchie in possesso dei funzionari sulla Cina e sui movi- menti religiosi perseguitati: «La riunione a Ginevra di cui ho par- lato, aveva anche lo scopo di mi- gliorare le banche dati di informa- zioni sulle minoranze religiose in Cina usate dalle commissioni. Erano, infatti, molto vecchie - conferma Introvigne -. Per esem- pio sulla Chiesa di Dio onnipo- tente e sugli Uiguri (minoranza musulmana perseguitata dal Pcc, ndr ) dicono cose che erano vere dieci anni fa, se lo erano». Un altro problema è poi quello della lingua: «L’asilo viene negato in parte per difficoltà di comuni- cazione - prosegue lo studioso to- rinese -. Per esempio, abbiamo notato che la qualità degli inter- preti utilizzati dalle commissioni è molto bassa. In Italia è un pro- blema particolare, perché sono pagati poco. Io conosco una ra- gazza a Torino che lo fa molto bene, per passione. Ma se uno non lo fa per passione, è chiaro che preferisce fare l’interprete per una multinazionale cinese. C’è poi anche un problema cultu- rale, nel senso che queste per- sone spesso non sanno come rac- contare la loro storia in un modo coerente e credibile a chi non è abbastanza informato. Questo è un problema che riguarda tutti i rifugiati. Nel caso dei cinesi che, in Italia, sono in gran parte della Chiesa di Dio onnipotente, fino a qualche tempo fa nessuno sapeva Sotto a sinistra : Washington, luglio 2009, protesta contro la Cina di musulmani Ui- guri. | Al centro : ritratto di bambina ui- gura. | Qui a sinistra : Dublino, luglio 2009, protesta contro le persecuzoni della Cina nei confronti dei membri di Falun Gong. | Pagine seguenti : due immagini prodotte dalla Chiesa di Dio onnipotente. # infomatique_WilliamMurphy / Flickr.com

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=