Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2019
sone e altre stavano af- fluendo dai villaggi vicini, chi a piedi e chi su moto- furgone. Nel frattempo queste avevano prepara- to nel cortile un piccolo tavolo come altare e da- vanti, in modo circolare, sedie e panche. La mes- sa è iniziata verso le 21.45 e le persone erano più di 50, senza contare quelle alle spalle che os- servavano incuriosite. La celebrazione è stata bel- la perché molto parteci- pata, con canti e preghie- re individuali, anche se - come mi ha detto Matteo - la maggior parte dei partecipanti non erano ancora battezzati. La messa è terminata intor- no alle 23.20. Subito le donne hanno portato la cena con grandi reci- pienti ricolmi di riso ed una tipica salsa verde come condimento. A me e Matteo hanno portato del riso con salsa di pe- sce e dei pezzi di radice di ignam lessati. In pochi minuti i commensali a- vevano già mangiato tut- to! A questo punto, vista l’ora e la tanta strada da percorrere per raggiun- gere Dianra Village, Mat- teo ha chiesto il permes- so di ripartire, come si u- sa qui (si chiede la strada), e ce lo hanno concesso. Ho indossato il casco, ripreso lo zaino contenente gli arredi per l’altare e siamo partiti. La strada era molto insi- diosa a causa della solita gran quantità di sabbia e, pur proseguendo a bassa velocità, ci è voluta tutta l’abilità di Matteo per mantenere l’equilibrio. Più volte ha dovuto met- tere i piedi a terra per non cadere tenendo con- to dell’oscurità e delle insidie nascoste dietro o- gni curva. La temperatu- ra era gradevole e soffia- va un vento leggero. Contrariamente all’an- data, nel tragitto di ritor- no abbiamo incrociato poche moto e furgonette, anche loro tutte in preca- rio equilibrio. La cosa 6 MC AGOSTO-SETTEMBRE2019 Cari mission@ri che mi sorprendeva era che, non essendoci l’illu- minazione, ci trovavamo al centro dei villaggi sen- za neanche accorgerce- ne, anche perché - vista l’ora - non c’erano più persone in giro con la pi- la. Attraversando il vil- laggio di Nadjokaha Mat- teo mi ha indicato il poz- zo fatto realizzare dai missionari poiché in quella zona non c’era ac- qua. Il punto più vicino per attingerne si trovava a 9 km, quindi la gente e- ra obbligata a percorrer- ne 18 per avere acqua potabile disponibile. Siamo arrivati a Dianra Village verso mezzanotte e mezzo. Che dire? Per me è stata un’esperienza molto bella dove ho po- tuto vedere persone semplici e piene di fede che pregano con tanto fervore. Matteo mi dice che in questi villaggi il missionario lo vedono due o tre volte l’anno e la domenica si celebra solo la liturgia della Parola con l’aiuto del catechista. Siamo andati a letto che era l’una passata. Questo è il sabato del missionario. La domenica ha poi cele- brato a Dianra Village e incontrato i vari gruppi: giovani, corali, catecu- meni, Caritas, catechisti, ecc. Il pranzo è stato of- ferto da una famiglia del- la comunità. Questo è il mio resoconto di un tipi- co, «ordinario», fine set- timana vissuto dai mis- sionari in questa terra. Pietro Pettinari Senigallia, 20/04/2019 fiuti in maniera sconfi- nata. E non per la di- gnità di tutti, ma per il privilegio di pochi, e tut- tavia quanto basta per avere messo il pianeta a soqquadro. Per defini- zione la produzione esi- ge energia, la sua scar- sità è il motivo per cui in passato la produzione e- ra pressoché costante. Limite che il capitalismo ha superato con l’acces- so ai combustibili fossili (carbone, petrolio, gas) e l’invenzione di macchi- ne capaci di trasformare il loro enorme potenzia- le energetico in movi- mento, calore, elettri- cità. Peccato che attra- verso questa operazione si siano messe in libertà miliardi di tonnellate di anidride carbonica, in misura ben superiore alla capacità di assorbi- mento di oceani e siste- ma vegetale. Di qui l’ac- cumulo di anidride car- bonica in atmosfera con conseguente intrappola- mento dei raggi solari, aumento della tempera- tura terrestre e cambia- mento del clima che porta con sé calamità, alterazione della piovo- sità e quindi riduzione della produzione di cibo e migrazioni. Gli scienziati ci dicono che per arginare la si- tuazione bisogna dimez- zare le emissioni di ani- dride carbonica da qui al 2030 e annientarle entro il 2050. Un’operazione titanica che il sistema pensa di poter affronta- re solo con cambiamenti tecnologici. Invece non CAMBIAMENTI CLIMATICI Anche tu puoi fare parte del tam tam Ormai anche i governi hanno capito che dob- biamo impedire alla temperatura terrestre di innalzarsi ulteriormen- te. Dal 1880 ad oggi è aumentata appena di un grado centigrado e già si vedono gli effetti. I cam- biamenti climatici non ri- guardano solo il futuro dei nostri figli e nipoti, so- no realtà già oggi. Si veri- ficano tempeste sempre più violente, incendi sempre più frequenti, penuria d’acqua per ri- duzione dei ghiacciai, in- nalzamento dei mari per scongelamento delle ca- lotte polari. Nessuno ha più certezza del destino del proprio territorio: l’alterazione delle piog- ge può trasformare ri- denti paesaggi in deser- ti, città costiere in un in- treccio di canali per l’avanzare del mare, ampi territori in distese d’acqua per lo straripa- mento dei fiumi. Con ri- cadute sociali inimmagi- nabili. Dal 2008 al 2018, nel mondo si sono avuti 265 milioni di sfollati per disastri naturali, molti di loro per l’instabilità del clima. Chi ha provocato il danno lo sappiamo. La colpa è del sistema economico tutt’oggi dominante che avendo fatto dell’espan- sione della ricchezza il proprio idolo, ha spolpa- to la terra e prodotto ri-
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