Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2019
AGOSTO-SETTEMBRE2019 MC 57 Il giovane Ye’kuana spiega: «In questi giorni siamo riuniti per deci- dere come difendere la nostra terra. Dobbiamo arrivare a un ma- nifesto da presentare allo stato perché capisca come noi vogliamo gestire il territorio». Poi conferma quanto è di dominio pubblico: «Il grande problema di oggi è l’attività mineraria dentro la terra indigena. I garimpeiros inqui- nano i boschi in cui noi viviamo con tranquillità e armonia. I no- stri bambini e i vecchi hanno problemi di salute perché i minatori usano grandi quantità di mercurio che poi finisce nel pesce che noi mangiamo. Noi chie- diamo allo stato di agire perché faccia ritirare questi invasori. Vogliamo evitare che accadano fatti come il massacro di Haximu del 1993 (quando un gruppo di garimpeiros uccise 16 Yanomami, comprese donne e bambini, ndr )». Mauricio parla di 5mila invasori, ma altri, tra cui lo stesso Davi Ko- penawa, sostengono che siano più di 20mila. La lotta continua È un peccato dover tornare a Boa Vista, mentre qui, al lago Caraca- ranã, si discuterà ancora per alcuni giorni. Il risultato finale sarà il «Piano di gestione territoriale e ambientale della Terra indigena Yanomani». Un sistema decisionale che nel mondo dei Bianchi potrebbe es- sere chiamato di «democrazia par- tecipativa». Un successo impor- tante per le comunità indigene, pur nella consapevolezza che la lotta per difendere i loro diritti e la terra faticosamente conquistati è lungi dall’essere conclusa. Paolo Moiola Con Mauricio Ye’kuana È ora del pranzo. La fila che porta davanti ai pentoloni dove alcune signore distribuiscono il cibo è lunga ma ordinata. Oggi servono carne di maiale con riso e fagioli. È qui che conosco Mauricio del po- polo Ye’kuana. Gli Ye’kuana condi- vidono con gli Yanomami la terra indigena e rappresentano circa il 3 per cento della popolazione totale che è di circa 24.800 persone. Mauricio ha soltanto 32 anni, ma già dal 2008 fa parte del consiglio di Hutukara. Vive in una comunità della regione di Auaris, al confine con il Venezuela e per questo parla anche un po’ di spagnolo, ol- tre al portoghese e alla lingua ma- dre del suo popolo. I N PRECEDENZA : (1) suor Mary Agnes (marzo); (2) Davi Kopenawa (aprile); (3) Enock Taurepang (maggio); (4) dom Sergio Castriani (giugno); (5) domMário Antônio da Silva (luglio). A sinistra : due rappresentanti delle organizzazioni non indigene presenti all’assemblea yanomami sul lago Caracaranã; appartengono all’«Instituto Chico Mendes de Conservação da Biodi- versidade» (IcmBio) e alla «Fundação Nacional do Índio» (Funai). A destra : Mauricio dell’etnia Ye’kuana fotografato a lato dello striscione di Hutukara, l’organizzazione yanomami di cui fa parte. Sotto : due Yanomami di una comunità dello stato di Amazonas. # MC A
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