Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2019

AGOSTO-SETTEMBRE2019 MC 5 DAI LETTORI E DAI MISSIONARI Cari mission@ri RISPONDE IL DIRETTORE In queste pagine diamo spazio a tutte le lettere, email omessaggi che riceviamo, purché chiaramente firmati. UN SABATO DI ORDINARIA MISSIONE Dal 6 febbraio mi trovo con mia moglie Roberta a Dianra, in Costa d’Avo- rio ( foto in basso ), presso la missione della Conso- lata dove vive e svolge il suo servizio mio figlio Matteo insieme a padre Raphael Ndirangu dal Kenya e padre Ariel To- soni dall’Argentina. In genere il sabato si sta- bilisce che ogni missio- nario vada a celebrare la messa in un villaggio delle varie parrocchie: Dianra, Dianra Village e Sononzo. Il sabato 30 marzo si era così stabili- to: p. Raphael a Dianra, p. Matteo a Dianra Villa- ge e p. Ariel a Sononzo. Considerando che la co- munità di Sononzo è la più lontana dalla «base» - circa 45 km - e che per andarci si passa per Dianra Village, siamo partiti con una sola mac- china. Con noi c’era una bimba nata il 18 marzo, la cui mamma era dece- duta poco dopo il parto, da portare ai nonni in un villaggio lungo il tragitto. Siamo partiti verso le ore 16.00 e sull’auto erava- mo in 8: p. Ariel, p. Mat- teo, Roberta ed io, la bimba, la nonna ed altre due persone della fami- glia. Dopo circa 20 minuti siamo arrivati al villaggio della bimba. Siamo scesi tutti dall’auto. Varie per- sone ci hanno accolto sulla strada e ci hanno fatto accomodare nel cortile della casa che era poco lontana. Dopo aver- ci offerto dell’acqua ed aver adempiuto ai saluti e riti convenzionali, la- sciata la neonata e la fa- miglia, siamo ripartiti. Verso le 17.30 siamo ar- rivati a Dianra Village. Padre Ariel è subito ri- partito per passare la se- rata con i giovani di So- nonzo e potervi poi re- stare per la messa domenicale. Io, con Ro- berta e Matteo, sono ri- masto a Dianra Village. Matteo, che è l’ammini- stratore del dispensario ivi esistente, ha dovuto sbrigare degli impegni prima di partire in moto per il villaggio di Bébé- dougou. Poiché tutti e tre non potevamo andare, mi ha chiesto se volevo accompagnarlo, mentre Roberta sarebbe restata a Dianra Village. Ho ac- cettato volentieri. Il vil- laggio dove eravamo di- retti era a una ventina di km. Indossato il casco e messo in spalla lo zaino, siamo partiti. Erano le 19.30. Prima di uscire dal villaggio, Matteo ha chiesto a un giovane che conosce la zona quali fossero le condizioni del- la strada. Joseph lo ha rassicurato dicendo che era percorribile, racco- mandandoci però di fare attenzione in alcuni tratti perché avremmo trovato molta sabbia accumula- ta... e così siamo partiti. Detto fatto. Poco dopo ci siamo resi conto che la «strada» era in realtà u- na pista sconnessa con cumuli di sabbia che for- mavano dei solchi... pista che si snodava attraver- so piantagioni di anacar- do e di cotone. Nel buio della notte, le luci della moto non facilitavano molto il percorso. Prima di arrivare a destinazio- ne, avremmo dovuto at- traversare tre villaggi. Dopo il primo, Pété- rikaha, ed il secondo, Chontanakaha, eccoci arrivare al terzo, Nadjokaha, dove ci dove- va attendere il catechista Emile. Purtroppo, arriva- ti al punto di incontro stabilito, non abbiamo trovato nessuno. Matteo ha provato a telefonare, ma non c’era connessio- ne. Nel villaggio, non es- sendoci l’illuminazione, si vedeva circolare qua e là qualche persona con la pila. Poco distante, da- vanti a una casa, c’erano due bambini dall’appa- rente età di otto-dieci anni che con dei bastoni battevano dentro un mortaio circolare in le- gno per frantumare delle granaglie. Più in là, se- duti a terra intorno ad u- na scodella, ve ne erano altri quattro, dai due ai quattro anni, che stavano mangiando con le mani. Ed ecco che si avvicina un giovane, Basile, amico di Emile e membro della piccola comunità cattoli- ca del villaggio. La noti- zia non è affatto buona: Emile non era venuto all’appuntamento perché lo avevano chiamato per cercare un bambino in un villaggio vicino, che poi sarebbe stato trovato morto in un pozzo. A questo punto, Matteo decide di continuare sen- za accompagnamento per raggiungere il villag- gio di Bébédougou. Non sapeva dove era il cortile scelto per la celebrazio- ne, ma una volta arrivati si è fermato nella casa del capo villaggio al qua- le ha chiesto se sapeva dove si svolgeva la cele- brazione religiosa. Que- sti, che era sdraiato su un lettino nella veranda davanti casa, ha ricono- sciuto Matteo (infatti, po- chi mesi prima, il centro sanitario di cui Matteo è responsabile aveva inau- gurato una casetta della salute nel suo villaggio); gentilmente si è alzato e ci ha accompagnati nel luogo richiesto che era a non più di 50 metri dalla sua abitazione. Giunti sul posto alcune donne han- no portato delle sedie, ci hanno fatto accomodare e secondo la tradizione hanno offerto dell’acqua e chiesto le notizie. Dopo una decina di minuti, ab- biamo accompagnato il capo villaggio nella sua abitazione e siamo ritor- nati indietro. Le donne stavano già preparando per la celebrazione e per la cena. Erano già pre- senti una decina di per-

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