Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2019

48 MC AGOSTO-SETTEMBRE2019 D Le misure dello stato italiano UN PIANO ANTI TRATTA ( E IL NUMERO VERDE ) I n Italia esistono un numero verde anti tratta e anche un piano nazionale che dovrebbero con- trastare le gravi forme di sfruttamento presenti sul territorio nazionale. Il primo, attivato nel 2000, viene gestito dal 2006 dal comune di Venezia. Il secondo, è stato finan- ziato per la prima volta nel 2016 e viene coordinato dal Dipartimento per le pari opportunità (Dpo) della Presidenza del consiglio dei ministri. Sono gli strumenti messi in campo dal governo italiano per il contrasto alla tratta degli esseri umani e la prote- zione delle vittime. Il numero verde ( 800 290 290 ), in particolare, dopo una prima fase, in cui ha funzionato con una posta- zione centrale e 14 periferiche, dal 2006 fa capo a un unico ente - il comune di Venezia, appunto - che fa riferimento ai vari attori che, a livello regionale, operano nei progetti anti tratta finanziati dal Dpo. Sono 21 e coprono tutte le regioni italiane. Il piano è stato rifinanziato lo scorso primo marzo con 24 milioni di euro per i prossimi 15 mesi. Nel 2018, sono state assistite 1.914 persone (al 90% donne, in gran parte nigeriane), e si sono registrate 820 nuove emersioni (l’11,23% minorenni). Nell’88% dei casi si tratta di vittime di sfruttamento sessuale. «Il numero verde - spiega Cinzia Bragagnolo che ne è la responsabile - raccoglie le segnalazioni, ed ef- fettua una prima valutazione del caso, offre infor- mazioni e orienta sui territori, cercando di favorire l’emersione del fenomeno e di offrire indicazioni sulle possibilità di aiuto e assistenza. Innanzitutto, viene fatta una prima valutazione della pertinenza della chiamata e poi si orientano le persone ai ser- vizi sul territorio. L’obiettivo è di supportare le vit- time di tratta e sfruttamento, ma anche di ottimiz- zare le risorse presenti qualora, ad esempio, ci sia bisogno di spostare le persone da una regione al- l’altra per motivi di sicurezza o per mancanza di po- sti in accoglienza o per incompatibilità delle strut- ture». L e telefonate arrivano da soggetti diversi. «Pos- sono essere le stesse potenziali vittime di tratta a chiamare - continua Bragagnolo -, op- pure forze dell’ordine, operatori di progetti, servizi sociali o sanitari. Ultimamente sono cambiati molto i soggetti segnalanti che afferiscono al numero verde. Molte chiamate, infatti, arrivano da commis- sioni territoriali e prefetture o da Cas e Sprar, in cui sono presenti potenziali vittime di tratta». Questo perché, da un lato, non sono più state fatte campagne di promozione del numero verde anti tratta e dunque è poco conosciuto - l’ultima risale al 2016, seguita da una brevissima campagna nel 2017 -; dall’altro lato, perché il fenomeno degli sbarchi, in particolare di giovani donne nigeriane potenziali vittime di tratta, ha inciso significativa- mente anche su tutto il sistema di accoglienza. «In questi ultimi anni - conferma Bragagnolo - nelle prese in carico c’è stato un grande aumento delle donne nigeriane. Il picco lo si è avuto un paio di anni fa; adesso, in strada, le donne nigeriane sono tornate a essere circa un terzo, ma nei progetti del Dpo sono quasi il 90% dei casi. Questo significa che sono stati probabilmente trascurati altri target, ad esempio, donne provenienti da altri paesi; soprat- tutto, però, significa che è stato trascurato un altro ambito altrettanto preoccupante, quello del grave sfruttamento lavorativo». S olo tre progetti su 21, infatti, si occupano di questa piaga che ormai non riguarda più sol- tanto il lavoro agricolo o il Sud Italia, ma inte- ressa un po’ tutte le regioni e tutti i settori dell’eco- nomia del nostro paese: dall’industria alla logistica, dall’assemblaggio alla ristorazione. «Ci sono pochi interventi strutturati sul grave sfrut- tamento lavorativo - conferma Cinzia Bragagnolo - anche perché è molto difficile operare in questo ambito. Occorrerebbe un lavoro multi agenzia e in questo momento si è ancora troppo poco struttu- rati per essere incisivi su questo fenomeno». Lo scorso 7 maggio, il sottosegretario con delega alle pari opportunità, Vincenzo Spadafora, ha pre- D

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