Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2019
in collaborazione con l’Organizzazione internazio- nale per le migrazioni (Oim). «Il desiderio condi- viso - spiega la religiosa - era quello di coordinare e rafforzare gli sforzi e le attività contro la tratta promossi dalle religiose nel rispetto dei diversi contesti e culture. Attualmente, ci sono 17 reti re- gionali in 70 paesi nei 5 continenti». In occasione del decennale, Talitha Kum ha realiz- zato anche una mostra fotografica che è stata esposta in Vaticano e che sarà in settembre alle Nazioni unite, in occasione dell’Assemblea gene- rale. « Nuns Healing Hearts » è il titolo di questo progetto dalle immagini molto evocative: «Suore che curano i cuori». «Ciò che desidero trasmet- tere attraverso queste immagini - afferma la foto- grafa Lisa Kristine, che ha visitato molte realtà di religiose impegnate contro la tratta in diversi paesi - è il potente lavoro che le suore di Talitha Kum stanno facendo in tutto il mondo in prima li- nea contro la schiavitù. Ma la cosa più significa- tiva di questo progetto è stato lavorare intima- mente con le suore e sperimentare come loro ope- rano instancabilmente e umilmente, spesso con poche risorse, per aiutare i più bisognosi». Come si combatte la tratta in Italia Anche in Italia, le religiose sono state tra le prime a individuare il fenomeno della tratta e a farsi ca- rico della protezione delle vittime, ma anche tra le più efficaci nel denunciarlo e nel promuovere azioni di advocacy nei confronti delle autorità. Questo impegno - portato avanti insieme ad altri - ha condotto all’approvazione dell’articolo 18 del testo unico sull’immigrazione del 1998, una delle leggi più avanzate al mondo per quanto riguarda la protezione sociale delle vittime di tratta. Purtroppo, in questi ultimi anni, le potenzialità dell’articolo 18 sono state gravemente disattese, per mancanza di risorse finanziarie e umane. «L’articolo 18 - ha denunciato in più occasioni Mirta Da Pra Pocchiesa del Gruppo Abele - è stato il frutto di un lavoro tra associazioni ope- ranti sul campo e i ministeri degli Affari sociali, Pari opportunità e Interno, per aiutare le vittime a contrastare il traffico di esseri umani. Per un certo periodo l’Italia era diventata una terra diffi- cile per i trafficanti: le ragazze denunciavano e le forze dell’ordine potevano colpire duramente le organizzazioni criminali. Da un certo punto in avanti, però, è iniziato lo sfacelo. C’è stato un dis- investimento generale: enti e associazioni che la- vorano sul tema si sono trovati senza una regia, senza un coordinamento». Suor Eugenia Bonetti, missionaria della Conso- lata, è stata tra le pioniere, insieme a Mirta Da Pra, di queste battaglie. Dopo 24 anni in Kenya, ri- entrata in Italia all’inizio degli anni Novanta, suor Eugenia ha ritrovato nel suo paese giovani afri- cane sfruttate barbaramente come non aveva mai visto. Lei che aveva sempre lavorato per la pro- mozione delle donne in Africa, si è rimboccata le maniche anche qui per contrastare una delle peg- giori violenze che potessero subire. Prima a To- rino, poi per molti anni a Roma, come coordina- trice dell’Ufficio Tratta donne minori dell’Usmi (Unione superiori maggiori d’Italia) e dal 2014 come presidente dell’associazione « Slaves no More » (mai più schiave), suor Eugenia continua a portare avanti instancabilmente una battaglia per liberare queste donne non solo dalle catene della schiavitù, ma anche da quelle del pregiudizio e dell’indifferenza. Per questa ragione, papa Fran- cesco le ha affidato quest’anno le riflessioni della via crucis che si è tenuta in Vaticano la sera del Venerdì Santo (cfr box pag. 44). Ma se fino a oggi, all’interno della Chiesa, il tema della tratta sembrava essenzialmente relegato alla dimensione religiosa femminile, un significa- tivo passo avanti nel coinvolgimento di tutti i suoi membri e in una presa di coscienza sul fenomeno è stato fatto con la pubblicazione, lo scorso gen- naio, degli «Orientamenti pastorali sulla tratta di persone», realizzati dalla «Sezione migranti e ri- fugiati» del Dicastero vaticano per il servizio dello sviluppo umano integrale. «Gli Orientamenti pastorali sulla tratta di persone - spiegano i due sottosegretari della Sezione, pa- dre Fabio Baggio, scalabriniano, e padre Michael Czerny, gesuita - si propongono di fornire una chiave di lettura della tratta e una comprensione che diano ragione e sostegno a una lotta necessa- ria e duratura». Istituita il primo gennaio 2017 da papa Francesco, che ne ha assunto personalmente la guida ad tem- pus , la Sezione migranti e rifugiati è incaricata di affrontare il tema della tratta di persone assieme alle altre questioni relative alle migrazioni. La sua missione è quella di assistere in particolare i ve- scovi e quanti si sono messi a servizio di questi gruppi vulnerabili. Come sono nati gli «Orientamenti» «Per affrontare il problema della tratta e della schiavitù di esseri umani - precisano i due sotto- segretari - durante il 2018, la Sezione ha organiz- zato due consultazioni con vescovi, coordinatori pastorali, ricercatori, operatori professionisti e rappresentanti di organizzazioni impegnate in questo settore. I partecipanti si sono scambiati esperienze e punti di vista, affrontando gli aspetti rilevanti del fenomeno. Si è pure analizzata la ri- sposta globale della Chiesa, specificandone i punti di forza e le debolezze, le opportunità politiche e pastorali, come pure la necessità di un potenzia- mento del coordinamento a livello mondiale. Questo processo, durato sei mesi, ha dato vita agli Orientamenti pastorali sulla tratta di persone, in- dirizzati alle diocesi, alle parrocchie e alle congre- gazioni religiose, alle scuole e alle università, alle organizzazioni cattoliche e altre organizzazioni della società civile e a qualsiasi altro gruppo di- sponibile a impegnarsi in questo campo». Un esempio di questo impegno viene da Caritas italiana che a inizio luglio ha presentato i risultati AGOSTO-SETTEMBRE2019 MC 47 D D OGGI SCHIAVI
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