Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2019
D AGOSTO-SETTEMBRE 2019 MC 41 D I danni del decreto sicurezza L’entrata in vigore del decreto sicurezza ha ulterior- mente complicato la situazione, creando un clima di grande confusione se non addirittura di criminaliz- zazione delle vittime. Un esempio è l’abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, che veniva riconosciuto alla maggioranza delle donne nigeriane vittime di tratta o potenziali tali, che oggi rischiano di ritrovarsi in una situazione di irregolarità e dunque di maggiore vulnerabilità ri- spetto alle reti criminali. Inoltre, l’impossibilità d’i- scrizione anagrafica dei richiedenti asilo (e tra que- sti molte vittime di tratta), in attesa dell’audizione presso la commissione territoriale, fa sì che molti di loro si ritrovino in una situazione di ulteriore preca- rietà, non potendo accedere all’assistenza sanitaria, al sistema di welfare, a percorsi di formazione o ad altri servizi, finalizzati all’inserimento socio-lavora- tivo nel nostro paese. Infine, il processo di trasfor- mazione degli Sprar (sistema di protezione dei ri- chiedenti asilo e rifugiati), che hanno accolto anche molte vittime di tratta seppure non identificate ne- cessariamente come tali, in Siproimi (sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati) e il rela- tivo taglio dei fondi, sta contribuendo ad accentuare il clima di confusione e di incertezza. Da tutto ciò non traggono certamente beneficio le vittime di tratta, ma anche tutti coloro che stanno lavorando per realizzare significativi ed effettivi cammini di formazione e integrazione. Per non parlare del fatto che - specialmente nel caso delle donne nigeriane - molte di coloro che sono vittime di un crimine gra- vissimo, non solo non vengono identificate come tali, ma si ritrovano private di alcuni diritti fonda- mentali. Ed è proprio questo uno dei temi centrali che deve essere messo a fuoco quando si parla di tratta e di grave sfruttamento: quello dei diritti umani . La tratta, secondo gli esperti dell’Unione europea, si realizza «attraverso la considerazione e il tratta- mento di esseri umani alla stregua di proprietà pri- vate o merci di scambio, deprivando l’individuo della possibilità di fruire dei diritti che invece gli sono garantiti costituzionalmente. In questo senso, la tratta viola la dignità e il diritto dell’autode- terminazione della persona . Uno stato che non agisce per prevenire e combattere la tratta di esseri umani viola indirettamente i diritti umani della per- sona trafficata». Di conseguenza, anche tutte le azioni di preven- zione, contrasto e protezione delle vittime devono necessariamente tenere al centro la questione dei diritti umani e il rispetto della dignità della persona, specialmente quando si ha a che fare con minori, che richiedono una particolare tutela. Per tutte queste ragioni, il fenomeno della tratta non può es- sere semplicemente ricondotto a un problema di migrazione, di ordine pubblico o di criminalità orga- nizzata. Ma è, innanzitutto, una questione di dignità e diritti fondamentali di tutti e di ciascuno. Anna Pozzi OGGI SCHIAVI In alto : suor Patricia Ebegbulem, responsabile di una casa di acco- glienza a Lagos. A sinistra : la chiesa di san Carlo a Palermo, convertita in centro di ac- coglienza, dove operano le missionarie Comboniane. D
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