Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2019
EDITORIALE Ai lettori AGOSTO-SETTEMBRE2019 MC 3 di Gigi Anataloni Attenzione: nuovi codici IBAN Le banche di appoggio presso le quali, solitamente, ci inviate offerte hanno cambiato i loro codici Iban a causa di una riorganizzazione interna alle stesse banche. I versamenti ancora effettuati sul vecchio numero Iban saranno girati direttamente sul nuovo numero per la durata di un anno. Vi preghiamo perciò di utilizzare d’ora in poi i nuovi codici che trovat e alla solita pagina 83 . Faccia dura come pietra U na moto rombante mi sveglia di soprassalto. Sono le 3 di notte. Nel silenzio per diversi mi- nuti seguo le accelerate assordanti del superbiker che si dirige verso il cuore della città. Il sonno se n’è andato e mi domando che gusto ci sia a svegliare la gente così. Una bravata? Una scommessa con amici? Una dimostrazione di «onnipotenza» da postare sui social? Il grido di libertà di un paladino che non si lascia imbrigliare dalle regole di un perbenismo noioso? Quale sia la risposta non lo so, la fantasia però mi spinge a immaginare il superbiker come uno che si ritiene il coraggioso contestatore di una società addormentata. Questo mi richiama altre immagini di eroi che spopolano nelle cronache quotidiane e sui social: ragazzi che si filmano mentre si prendono a botte in piazza, torturano un povero vecchio, terrorizzano un loro coetaneo, imbrattano muri, treni e monumenti, violentano compagne di classe, minacciano i loro insegnanti, saltano sui tetti, si fanno selfie in bilico sul vuoto, sfidano i divieti, pestano i migranti, rubano in un supermercato, bul- lizzano un senzatetto. Una lunga lista di oscenità, viste da alcuni come prove di «coraggio» e vissute come antidoto alla noia e al vuoto interiore. Questi pensieri, poi, ne suggeriscono altri, ancora più cupi, che riguardano altri coraggiosi eroi, sprezzanti delle ipocrisie del politicamente corretto: quelli che dalle tribune politiche, o dai social, urlano di porti chiusi, «legittima» difesa, più armamenti, invasori da cacciare, difesa dei confini, prima gli italiani, Ong trafficanti di uomini, navi da demolire. Il tutto sulla testa del parlamento e della gente attraverso decreti d’urgenza sempre più aspri fatti circolare sui social (a beneficio dei «60 milioni» di fans) prima che nei documenti ufficiali del governo. Ma queste cose non si devono pensare, né tantomeno scrivere su una rivista missionaria. «Vi siete svenduti alla sinistra? Cattocomunisti! Da quando in qua fate politica? Non sono affari che riguar- dano la missione. Guardate piuttosto alle vostre malefatte come Chiesa, all’inquisizione, alle cro- ciate, ai soldi del Vaticano. E i preti pedofili, e il papa eretico?» (per citare solo alcuni dei commenti più moderati che si trovano sui social). I nfine si intromette il Vangelo di Luca che ci sta accompagnando in questo anno 2019. Luca pre- senta Gesù che, dopo l’assassinio di Giovanni Battista, rende la sua faccia dura come pietra e co- mincia a marciare davanti ai suoi discepoli verso Gerusalemme dove sa che sarà «innalzato». I suoi sono convinti che «innalzato» significhi «portato in alto» (sulle spalle di schiavi) alla manie- ra dei grandi del tempo e secondo le aspettative popolari: per esprimere potere, autorità, prestigio, regalità, distruzione dei nemici. Lui invece è ben cosciente che il suo essere innalzato significherà an- dare sulla croce, come uno schiavo, un oggetto, e non come un uomo. Ancor meno come un re. Que- sto non lo ferma, anche se ne ha paura (vedi al Getsemani). Anzi, va avanti con più determinazione. A quelli che desiderano seguirlo e che riescono a tenere il suo passo, non promette soldi, poltrone, privilegi, successo, popolarità, ma un «Dio vicino» in una vita sobria, essenziale, dura ed esigente, in una vita da nomade. Gesù educa i suoi a essere persone contente del «pane quotidiano», senza il peso e i legacci delle preoccupazioni, senza l’ansia per cose pur essenziali come la casa, il cibo, i ve- stiti. Vuole «angeli» (nel significato originale di messaggeri ) la cui prima parola sia «pace a voi»: non l’annuncio di regole, riti, imposizioni, formalità, divieti, ma di gioia, festa, fraternità, bellezza, condi- visione, comunione, amore reciproco, rispetto, accoglienza, perdono. Gesù cerca persone che lo se- guano con coraggio e testimonino che Dio è amore e Padre di tutti, e ha un occhio di riguardo pro- prio per chi è disprezzato o ignorato da coloro che si ritengono «i buoni e giusti». «Gli ultimi sono i primi»: non sono solo parole, ma una scelta di vita. Anche a costo di scandalizzare i «giusti», che per difendere il bene del popolo lo appendono alla croce. Avere coraggio oggi non è fare le cose che raccolgono consensi, rendono popolari nel branco, fanno avere più voti, ma scegliere di stare dalla parte dell’uomo, «tutto» l’uomo, ogni uomo, perché uomo.
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