Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2019
UGANDA 18 MC AGOSTO-SETTEMBRE2019 tempo che tu lasci il posto ai tuoi nipotini. Dovevi lasciarlo ai tuoi fi- gli, ma adesso sei in ritardo. Stai tranquillo che tutto sarà sotto controllo”». Padre Leo continua: «Bobi Wine parla chiaro. Dice che il popolo ugandese è giovane e vuole dei leader che parlino la sua lingua, che lavorino per lo sviluppo del paese. E per questo fa campagne e ha molta gente che lo sostiene. Il presidente Museveni lo teme e lo ha già fatto incarcerare più volte, con svariate scuse. Spesso le sue manifestazioni sono bloccate con il pretesto che non hanno il per- messo. Salvo il fatto che quando il permesso viene richiesto è con- cesso in ritardo. Inoltre quando deve fare un concerto, le autorità cercano d’impedirlo, perché molte canzoni sono a sfondo politico e assembrano masse di giovani. Ad esempio, per la festa dei martiri ugandesi, quando è arrivato Bobi, c’era più di un milione di persone. È diventato pericoloso per il presi- dente». Conclude padre Leo speranzoso: «Questo fenomeno ci fa dire che la voglia di cambiamento da parte del popolo giovane c’è, e speriamo che riesca a smuovere qualcosa». Ugandesi social? I giovani sono aiutati nella mobili- tazione, anche politica, dalle nuove tecnologie. In particolare dai social network come Facebook (Fb) e i programmi di messaggi- stica come Whatsapp. «Infatti - spiega padre Bagenda -, quando ci sono crisi politiche, lo stato blocca i mezzi di comunicazione, a partire dai social, poi i telefoni. È il feno- meno noto come media blackout . I leader autoritari dicono a se stessi: “Fb e Whatsapp non ci por- tano da nessuna parte. I casi sono due: o li blocchiamo o li control- liamo”. Ma questo non si può fare, almeno non completamente. Inol- tre su Fb la gente dice tutto quello che pensa, e usa anche un cattivo linguaggio. Ma adesso non è possi- bile tornare indietro, i giovani ovunque hanno il cellulare. In tante scuole, ad esempio, li fanno depositare all’ingresso, perché è un disturbo per le lezioni». Questo vale per le città. Nelle campagne la rete internet è più debole, ci spiega il missionario, e così anche la possibilità di collegarsi. I cellulari sono anche molto utili- zati per il trasferimento di soldi ( money transfer ), e per il paga- Sopra: il presidente Yoweri Museveni, durante il discorso alla nazione, a Entebbe, 8 settembre 2018. Qui : il parlamentare e cantante Bobi Wine, insieme ai suoi attivisti, durante una protesta contro la controversa tassa sull’uso dei social network (Kampala 11/7/2018). # Uganda in cifre Superficie: 241.038 km 2 (poco meno dell’Italia) Popolazione: 42,8 milioni (2017) | Crescita demografica: 3,3% Speranza di vita: 60 anni | Mortalità infantile (0-5 anni): 49‰ (2017) Alfabetizzazione adulti: 73,8% Lingue: ufficiali inglese e swahili, parlate tutte le lingue dei gruppi etnici, tra cui ancholi, kiganda, konjo, lusoga Religioni: cattolici (44,6%), anglicani (39,2%), musulmani (10,5%), altri Pil e crescita del Pil: 26 miliardi di dollari; 3,9% (2017) Pil pro capite: 620 dollari / anno Indice di sviluppo umano: 162° paese su 189 (2017) Fonti : Banca mondiale, Pnud, Atlante De Agostini © Sumy Sadurni / AFP mento diretto di prodotti e servizi, abitudine che invece è ben diffusa nel vicino Kenya. Il sogno americano I giovani che vogliono lasciare l’U- ganda per cercare una vita mi- gliore altrove sono ancora molti. «Aumentano tutti gli anni - ci con- ferma il missionario - e oggi si emi- gra sotto forme diverse. Esiste ad esempio una migrazione organiz- zata verso i paesi della penisola arabica. Agenzie specializzate sele- zionano i ragazzi a Kampala e se li trovano idonei per alcuni lavori, di solito di basso livello, come guar- diani, ecc., li reclutano e poi orga- nizzano la documentazione neces- saria e il viaggio stesso. Il pac- chetto completo insomma. Così all’aeroporto di Entebbe © Sumy Sadurni / AFP
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