Missioni Consolata - Luglio 2019
dal Cardinale Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, alla presenza di oltre 4mila fedeli e anche di tanti non cristiani. Nella sua omelia, il Cardinale ha parlato della necessità di un nuovo slan- cio missionario: «Gli sforzi pionie- ristici dei missionari che hanno portato la Buona Novella della Salvezza al popolo thailandese de- vono continuare». (Fides) URUGUAY CASA DI TUTTI «V ieni, torna, re-incontrati!». Con questo invito e con l’o- biettivo di andare incontro soprat- tutto a chi si è allontanato dalla Chiesa, a partire dalla domenica di Pasqua l’arcidiocesi di Montevi- deo sta realizzando la missione «Casa di Tutti». Durante i fine set- timana, tra 1.500 e 2.000 missio- nari laici di tutte le età, percorrono a due a due ogni angolo della città, casa per casa, per invitare «a vive- re la gioia della fede e la speranza in Cristo» e agli incontri nelle par- rocchie. Il motto dell’azione mis- sionaria è «Ascoltare, annunciare e invitare». (Fides) FRANCIA JEAN VANIER I l 7 maggio 2019 è morto a Parigi Jean Vanier fondatore de l’ Arche , una comunità di accoglienza per persone con disabilità, attiva in tutto il mondo con circa 150 centri; aveva 90 anni. Nato a Ginevra il 10 settembre 1928 da genitori cana- desi, Jean Vanier diventa ufficiale della Marina, prima britannica, poi canadese. Nel 1950, attratto dal Vangelo, rinuncia alla carriera mi- litare e inizia a studiare teologia e filosofia. Insegna all’Università di Toronto, ma abbandona presto an- che la carriera universitaria. Sco- pre la sua vera vocazione incon- trando Gesù nelle persone più de- boli e abbandonate. Nel 1964 fonda l’ Arche e nel 1971 contribui- sce alla nascita del movimento Foi et Lumiere (Fede e Luce). È stato anche membro del Pontificio Con- siglio per i Laici. «La nostra mis- sione - ha detto Jean Vanier in un’intervista alla Radio Vaticana - è di incontrare un mondo di estre- ma debolezza, povertà e sofferen- za, persone che spesso sono state rifiutate. Il ruolo dell’Arca è annun- ciare la buona notizia ai poveri: a loro certo diciamo “Dio ti ama”, ma diciamo anche “Io ti amo, tu sei importante per me”». (Vatican News) THAILANDIA GIUBILEO L a Chiesa cattolica della Thai- landia (390mila battezzati su 65 milioni di abitanti) celebra i 350 anni della sua nascita avvenuta con l’istituzione del «Vicariato a- postolico del Siam». «Torniamo alle nostre radici per fare memo- ria di quell’annuncio portato dai primi missionari che hanno pian- tato il seme del Vangelo, per rice- vere nuova grazia e forza oggi nel nostro cammino», rileva il Diretto- re nazionale delle Pom, auspican- do «una nuova stagione e un nuo- vo slancio missionario per donare il Vangelo della salvezza, della pa- ce, della carità al popolo thailan- dese». Le celebrazioni sono state aperte il 18 maggio scorso con u- na messa a Sampran, celebrata I venezuelani continuano ad abbandonare il loro paese per sopravvivere. A migliaia attraversano la frontiera al Nord del Brasile e arrivano alle città di Pacaraima e Boa Vista dove, nonostante gli sforzi, le condizioni di accoglienza ( fo- toservizio alle pagine 27-28 di questo numero ) sono molto precarie. La mancanza di strutture per dare loro rifugio è fonte di tensioni e preoccupazioni. Fra gli immigrati molti sono indigeni warao ed e’ñepá. A Pacaraima e Boa Vista sono state organizzate due strutture di accoglienza del tutto insufficienti. Grazie all’appoggio dell’équipe missionaria itinerante dei missionari della Consolata è stato possibile mettere a disposizione un nuovo spazio di accoglienza. Si chiama Ka’Ubanoko che nella lingua warao significa «Il nostro dormitorio», una struttura sportiva mai conclusa e ab- bandonata da tempo. In essa hanno potuto essere accolte 160 famiglie per un totale di 350 persone che vivevano in strada sotto gli alberi, esposti a fame e pericoli. L’équipe missionaria itinerante cerca case da affittare per le famiglie, facilita l’ottenimento di documenti, aiuta nella distribuzione del cibo e nell’acquisto di biglietti di viaggio a quanti cercano un rifu- gio fuori da Boa Vista. Quando è stata aperta Ka’Ubanoko , la prima preoccupazione dell’équipe è stata quella di organizzare la convivenza tra le famiglie e migliorare le condizioni di vita (puli- zia, bagni, acqua, ecc). Poi sono sorte altre iniziative: scuola di portoghese, attività sportive e ricreative, igiene personale per bambini e adolescenti, animazione e celebrazioni eucaristiche. Nonostante le dure condizioni, è bello vedere l’allegria di questo popolo migrante che in poco tempo recupera la sua dignità alla ri- cerca di nuove opportunità. (Imc) Roraima: immigrati indigeni venezuelani LUGLIO2019 MC 9 MC R Boa Vista (Brasile) migranti indigeni venezuelani accampati sotto gli alberi ai bordi delle strade. #
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