Missioni Consolata - Luglio 2019

Che il mondo lo voglia o meno, d’ora in poi deve avere a che fare con lui. Il suo apparire nella storia diventa subito se- gno di contraddizione. Il Verbo è venuto nel mondo come Sapienza, in continua- zione della Sapienza antica. Come la Sapienza, egli è «dall’alto» (3,1). È disceso «dal cielo» (3,13.31; 6,33.38.41- 42.50-51.58). Come la Sapienza antica, egli «fa sentire la sua voce» (cf. 7,28.37), e a tutti an- nuncia di essere «la luce» (cf. 8,12; 9,5). Gesù, in quanto Parola, chiede ascolto, attenzione, silenzio, perché si possa sentire il soffio della brezza mattutina che porta alle genti il messaggio di salvezza (cf. 1Re 19,12). Egli ha un messaggio misterioso da ri- velare, perché ha vissuto dall’e- ternità con il Padre e lo Spirito. La sua rivelazione è un’accorata interpellanza, ma le persone sono troppo impegnate per fermarsi e rispondere al suo ap- pello di comunione con lui. GESÙ RIVELA IL PADRE Lo scopo primario della venuta di Gesù sulla terra è che tutti possano conoscere il Padre, e colui che egli ha inviato (cf. 17,3). Gesù realizza la sua mis- sione rendendo testimonianza dell’esperienza che ha avuto sin dal principio (cf. 1,18). Egli è qualificato a rendere testimo- nianza perché «lui e il Padre sono una cosa sola» (10,30) e perché lui proviene dal Padre. Gesù fa e dice esattamente quanto il Padre fa e dice. Il Verbo si manifesta nel tempo e nello spazio come irradiazione di quello che è: luce (cf. 1,4; 8,12; 9,5) e verità (cf. 14,6). Gesù in quanto verità e parola, non ha il ruolo di eliminare le tenebre dal mondo e neppure la funzione di confutare gli er- rori. Il suo ruolo principale è di dare la vita e darla in abbon- danza (cf. 10,10). Egli si manife- sta come luce che illumina la via che conduce al Padre. Ancora meglio: la sua missione è quella di comunicare la sua esperienza di quanto ha visto e sentito. Infatti dice: «Noi par- liamo di ciò che sappiamo e te- stimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza» (3,11); e ancora: «Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vo- stro» (8,38); «ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo» (8,26; cf. 8,40); «chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha vi- sto e udito» (3,31-32). Il Vangelo usa di proposito i termini «sentire» e «vedere». Queste sono le categorie che ci permettono di comprendere appieno la sua missione. In quanto parola egli va ascoltato. Il Verbo fatto carne non ha al- cun altro messaggio se non quello del Padre. Egli si è av- venturato tra l’umanità con il solo scopo di partecipare a tutti la sua esperienza di comu- nione con il Padre. REVISIONE DELLA VITA Il fatto che il Maestro è venuto a comunicare la sua esperienza del Padre richiede che noi, da parte nostra, rivediamo sia il nostro modo di intendere la missione sia la nostra spiritua- lità. Si deve mettere in atto una revisione radicale della nostra vita di missionari. La spiritualità missionaria deve essere con- trassegnata da un’attitudine contemplativa, deve diventare un’eco che si riverbera sulle pa- reti del cuore dell’umanità. Solo in forza di una propria esperienza di comunione con Cristo, il missionario può «rive- lare», «mostrare», «insegnare», «proclamare», «annunciare», «rendere testimonianza». Questo è esattamente quello che accade a Gesù al momento del compimento dell’ora. Egli è rivolto verso «quell’ora», per la quale è venuto (cf. 12,27), per rendere testimonianza alla ve- rità, come afferma davanti a Pi- lato (cf. 18,37), ed esattamente per svelare finalmente la vera natura del Padre. Al culmine della sua «ora», il suo essere fi- liale si manifesta, nella traspa- renza assoluta, come pura ob- bedienza al Padre e come pura espressione dell’amore del Pa- dre per il mondo. Nel momento in cui Gesù rag- giunge l’apice dell’umiliazione sulla croce, ottiene anche la sua massima glorificazione (cf. 12,23.28; 13,31). È giunto il grande momento della teofania del Padre, che nel Figlio sulla croce si rivela come amore. La grandezza dell’amore del Pa- dre per l’umanità si manifesta nelle braccia del Figlio stese sulla croce come per abbrac- ciare l’umanità intera. Gesù sulla croce è la traspa- renza dell’amore infinito del Padre e come tale si costituisce modello della spiritualità mis- sionaria. Dovunque il missiona- rio si trovi e qualunque com- pito gli sia affidato deve essere la trasparenza del Padre che continua ad agire nella storia umana, perché tutti siano salvi. Antonio Magnante LUGLIO2019 amico 73 J McDowell / Flickr.com AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT United Nations Photo / Flickr.com

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