Missioni Consolata - Luglio 2019
MC R LUGLIO2019 MC 67 le condizioni precarie delle vie di comunicazione che rendono troppo costoso il trasporto e altre simili interruzioni del processo che connette il produttore interno all’utente sono fra i principali ostacoli. Lucie Servoz, esperta di turismo dell’Organizzazione inter- nazionale del lavoro, indica come primo passaggio verso un turismo sostenibile proprio il «rafforza- mento dei collegamenti del set- tore turistico con i settori con- nessi nella sua filiera (ad esempio l’agricoltura, l’artigianato, i tra- sporti, le infrastrutture, le costru- zioni) e la contestuale promo- zione di un approccio integrato e dell’approvvigionamento lo- cale» @ . Altro aspetto da tenere in consi- derazione quando si parla di turi- smo sostenibile è quello delle ri- cadute occupazionali che po- trebbe avere, ad esempio, in un continente come l’Africa, che se- condo le proiezioni raggiungerà nel 2030 il miliardo e settecento- mila abitanti e dove i bambini di età compresa fra 0 e 14 anni rap- presentano oggi il 43% della po- polazione nei paesi subsahariani, tre volte tanto rispetto ai coetanei che abitano nell’Unione euro- pea @ . Sempre secondo le stime del Wttc, se i Paesi africani faranno riforme in materia di visti per faci- litare gli spostamenti, si impegne- ranno per aumentare la connetti- vità nel trasporto aereo e realizze- ranno programmi efficaci di cre- scita, entro il 2028 il settore del turismo e dei viaggi potrebbe arri- vare a generare fra i 30 e i 45 mi- lioni di posti di lavoro. Che cosa può fare il turista? L’Organizzazione mondiale del tu- rismo ha diverse raccomandazioni anche per i viaggiatori che vo- gliano contribuire a rendere il tu- rismo sostenibile. Fra queste: non sprecare il cibo, dare visibilità alle iniziative interessanti - sulla pro- mozione delle donne, o sulle ri- sposte al cambiamento climatico - che si incontrano nel corso del soggiorno, informarsi prima di partire in modo da soggiornare in strutture che applichino pratiche sostenibili e non dannose per l’ambiente, imparare qualche pa- rola della lingua locale per entrare in contatto con le comunità. In aiuto del viaggiatore vengono anche i sistemi di certificazione bio e fair trade applicati alle strut- ture turistiche; di solito queste certificazioni sono accompagnate da un simbolo che viene esposto sia nelle strutture che nei loro siti web. Le «etichette» sono tante perché tanti sono gli enti e i me- todi di certificazione e in effetti tutti questi simboli - spesso verdi e contenenti una fogliolina o qual- cosa che richiama la natura - ri- schiano di assomigliare a una giungla. A tentare di mettere or- dine sono state alcune organizza- zioni tedesche, austriache e sviz- zere, che hanno prodottouna guida dal titolo Sostenibilitànel turismo. Una guida nella giungla di etichette @ . Per chi parla solo italiano, un buon punto di partenza anche solo per farsi un’idea di quali ca- ratteristiche ha un viaggio im- prontato a principi opposti a quelli del turismo di massa, è il sito dell’Associazione italiana turi- smo responsabile (Aitr), che rac- coglie fra l’altro le proposte di viaggio dei soci, in Italia e all’e- stero @ . Chiara Giovetti
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