Missioni Consolata - Luglio 2019
54 MC LUGLIO 2019 L’imperatore Da tempo la figura dell’imperatore è ininfluente nelle scelte e nelle vi- cende del Giappone, ma la strut- tura della società giapponese e l’attitudine del popolo a piegarsi all’autorità con assoluta obbe- dienza continua a dare forza mo- rale al tenno . E questo nonostante la Costituzione del 1947, imposta dagli Stati Uniti a una nazione de- vastata e umiliata, abbia ridotto il suo ruolo, già storicamente margi- nale, a puro «simbolo dello Stato e dell’unità del popolo» spoglian- dolo anche di quell’ultima par- venza di aureola di divinità che lo caratterizzava. Sia chiaro, il so- vrano celeste non ha mai rivestito alcuna posizione determinante nell’arcipelago, ma fino al 1947 la presunta discendenza divina era una costante che non era mai stata messa in seria discussione. Un li- gnaggio che le due più antiche cro- nache giapponesi, il Kojiki e il Nihonshoki (rispettivamente del 712 e 720 d.C.), fanno risalire ad Amaterasu, dea del Sole (nella reli- gione shinotista), da cui discende- rebbe il primo leggendario impera- tore Jimmu che, in realtà, era solo il pro-pronipote della dea. La retrodatazione mitologica che arriva fino al 660 a.C. è servita per millenni a giustificare un’origine autonoma della nazione svincolata dalle influenze coreane e cinesi chiaramente riscontrabili nella cul- tura, nella storia e nell’archeologia nazionale. Poco importa, anche alla luce della scienza moderna, se il primo tenno di cui si hanno evidenze storiche accertate sia vissuto solo nel VI se- colo d.C. (Kinmei, 539-571 d.C.): la divinizzazione della famiglia impe- riale, nonostante la storia, la costi- tuzione, la secolarizzazione conti- nua a rappresentare un punto di ri- ferimento inscindibile dalle tradi- zioni giapponesi. Akihito e Michiko Va dato merito ad Akihito, l’impe- ratore che ha abdicato e padre di Naruhito, di aver contribuito a ri- portare la figura del sovrano in una cornice più umana. La sua insegnante di inglese, la bi- bliotecaria statunitense Elizabeth Gray Vining, riuscì a iniziarlo alla cultura occidentale e a presentargli i valori di uguaglianza e democra- zia di cui il Giappone era a digiuno. Fu la sorprendente cocciutaggine di Akihito a rompere la millenaria (e geneticamente pericolosa) prassi di trovare moglie tra i li- gnaggi della casa imperiale. Scelse Michiko Shoda che, oltre a non avere alcun sangue blu nelle vene, discendeva da una famiglia catto- lica (anche se lei non era stata bat- tezzata). Il matrimonio incontrò l’opposizione dell’imperatrice Kojun (moglie di Hirohito e madre di Akihito), degli ingessati funzio- nari della Casa imperiale e anche di ambienti culturali conservatori. Yukio Mishima (scrittore e artista giapponese di fama internazionale morto nel 1970, ndr ) definì uno scandalo l’unione perché portava la «famiglia imperiale a perdere la sua dignità mischiandosi con il po- polo». Il popolo, invece, approvò, così come approvò la classe poli- tica del paese che vedeva nel ma- trimonio il biglietto da visita di una svolta sociale e economica che avrebbe contraddistinto la nazione nei decenni a venire. Michiko dovette rinunciare alla fede cattolica, ma fu ancora Eliza- beth Gray Vining, quacchera con- vinta e praticante, a convincere Akihito e Michiko a fare crescere i loro figli tra le mura della residenza imperiale anziché allontanarli dalla famiglia come era d’uso. Sopra : biglietteria automatica in una stazione della metropolitana di Tokyo. A destra, in alto : l’imperatore emerito Akihito con la moglie, l’imperatrice eme- rita Michiko (5 maggio 2019); in basso, il nuovo imperatore Naruhito con la mo- glie, l’imperatrice Masako, durante la loro prima apparizione pubblica il 4 maggio 2019. Al centro : gli ideogrammi per «Reiwa», nome della nuova era impe- riale. #
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