Missioni Consolata - Luglio 2019

di scienze sociali (Flacso) -. Con la complicità dei coyotes , tutte le persone che avevano una famiglia in grado di pagare il riscatto e le ragazze giovani che viaggiavano da sole erano fatte sedere nello stesso vagone. Quando i narcos fermavano il treno, sequestravano solo le persone di quel va- gone. L’operazione durava pochi minuti e poi il treno riprendeva il suo viaggio». L’arrivo (non-arrivo) negli Stati Uniti Superare indenni il Messico non è garanzia di suc- cesso del viaggio. «Pensavo di essere arrivata - racconta Petrona -. Dopo aver attraversato la frontiera, ero piena di gioia, ma improvvisamente ci sono venute incontro delle moto e dei quad e abbiamo capito che era la polizia degli Stati Uniti». Entrare in territorio statunitense senza un rego- lare visto, è considerato un reato, punito con la detenzione e, in molti casi, la deportazione nel paese d’origine. Da quando il presidente Donald Trump ha iniziato il suo mandato, le misure di contenimento della migrazione considerata ille- gale si sono indurite. Secondo i dati dell’agenzia statunitense per le dogane e la sicurezza delle frontiere Customs and Border Protection (Cbp), tra ottobre 2018 e marzo 2019 si sono verificate 361.087 catture di migranti in frontiera, che corri- spondono al dato più alto dal 2007. Oltre ad aver predisposto la costruzione di un muro di cemento lungo la frontiera con il Messico, il presidente degli Stati Uniti ha eliminato la pra- tica del catch and release, «cattura e rilascio», spesso attuata dai governi precedenti. In quel caso, la persona entrata nel paese senza docu- menti era rilasciata, durante il procedimento le- gale per discutere il suo caso. Con la politica di tolleranza zero dell’amministra- zione Trump, tutti i migranti catturati sul confine sono detenuti fino al momento della deportazione o della liberazione, nel caso di ottenimento di per- messo negli Stati Uniti. «È una forma di deten- zione arbitraria - spiega Carolina Jimenez di Am- nesty International -. Non c’è nessun motivo per tenere in carcere i migranti durante il processo, ma è la forma che usa il governo di Donald Trump per scoraggiare le persone a migrare. L’obiettivo è che queste persone, una volta deportate, raccon- tino quanto hanno sofferto e i loro parenti o cono- scenti intenzionati a partire, rinuncino a farlo». Una volta catturate sulla frontiera, le persone sono trasferite in celle di detenzione, dove inizia il pro- cesso di identificazione gestito dalla Cpb. «Mi hanno chiuso in una cella freddissima - racconta Isabel -. L’aria condizionata era al massimo e io avevo solo una maglietta a maniche corte. Sono stata lì con la luce accesa di notte e di giorno, senza sapere che ora era, per 5 giorni. Ero disperata». Le celle in frontiera sono chiamate dai migranti hiele- ras , ghiacciaie, perché le temperature sono tenute basse con l’utilizzo di condizionatori. In genere, le 50 MC LUGLIO2019 D Sopra : volti di migranti nella carovana di passaggio a Juan Rodriguez Clara, Messico. A destra: l’autrice del dossier (con il cappello) insieme a Petrona e a Heidi Bacá, ixil, assistente alla produzione. D D © Diego Díaz Morales

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