Missioni Consolata - Luglio 2019
Perché migrare «Qui in Guatemala, io ricamo, rammendo vestiti e cucio - racconta Isabel -. Guadagno circa 450 quetzales al mese (58 Usd). Con questi soldi ri- esco a comprare il cibo per me e mio figlio, ma niente più di questo». Il Guatemala si situa al nono posto al mondo, e al terzo in America Latina, per disuguaglianza nella distribuzione del reddito. Questo è evidente nei salari delle donne indigene che, lavorando come tessitrici informali, in genere guadagnano 50 dol- lari al mese a fronte di un salario minimo nazio- nale di 350. «Tre persone su dieci dell’area maya ixil provano a migrare negli Stati Uniti - spiega Francisco Marroquin dell’organizzazione di diritti umani Asaunixil di Nebaj -. Lo stato guatemalteco non si è impegnato a generare nuovi posti di lavoro. Qui non ci sono attività commerciali e le infrastrut- ture, come le scuole e gli ospedali, sono mal ge- stite». Il Guatemala ha vissuto un conflitto armato in- terno tra il 1960 e il 1996 ( vedi MC giugno 2019 ). L’esercito, appoggiato dagli Stati Uniti, si è scon- trato per più di 30 anni contro la guerriglia e la resistenza dei civili. Tra il 1982 e il 1983, l’esercito ha programmato una fase genocida contro il po- polo indigeno maya ixil e la quasi completa di- struzione del territorio. «Con la firma degli ac- cordi di Pace nel 1996, in teoria lo stato guatemal- teco avrebbe dovuto ricostruire le nostre comu- nità - continua Francisco Marroquin -. Ma pur- troppo non ha fatto nulla e la gente ha cominciato a disperarsi e a cercare una via di fuga da qual- che altra parte, come lavorare nelle piantagioni o, soprattutto negli ultimi 10 anni, migrare verso gli Stati Uniti». L’Oim ha confermato un aumento della migra- zione femminile guatemalteca in fuga da una si- tuazione economica precaria, e dichiara che il 55,2% della popolazione è spinta a migrare verso gli Stati Uniti per ricerca di lavoro e mancanza di opportunità nelle proprie comunità di origine. Il cammino in Messico «Il viaggio attraverso il Messico è stato triste e faticoso - continua Isabel -. I coyotes si approfit- tano delle donne che viaggiano da sole. A volte obbligano qualche ragazza ad appartarsi e cer- cano di mettere loro le mani addosso. Una donna in questa situazione cosa può fare? Quando si viaggia con i coyotes non puoi neppure gridare o chiedere aiuto, perché loro comandano e se vo- gliono ti abbandonano in mezzo al deserto o ti ammazzano». Nel 2017 la Commissione economica per l’Ame- rica Latina (organismo Onu, ndr ) ha riportato che il 50,1% dei migranti provenienti dalla regione centroamericana sono donne e Amnesty Interna- tional ha confermato che 6 donne su 10, obbligate ad affidarsi alle reti del traffico umano per rag- giungere gli Stati Uniti, sono vittime di violenza LUGLIO2019 MC 47 D D CAROVANE MIGRANTI
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