Missioni Consolata - Luglio 2019
a fare l’ultimo pezzo di viaggio e la porti in Virginia. Perché deve arrivare a tutti i costi. «O sì o sì», come si dice in America Latina quando si è determinati a ottenere qualcosa. Non c’è spazio per l’opzione in- versa. Teresa crede così. Tijuana e oblio Da novembre 2018 a oggi, Tijuana, città di frontiera, è diventata il punto nel quale i migranti della caro- vana aspettano prima di chiedere asilo negli Stati Uniti. Tijuana è un’area geografica controllata dal narcotraffico per la sua posizione strategica per il traffico di droga verso gli Stati Uniti. Da gennaio 2019, l’amministrazione Trump ha pro- posto una nuova misura di contenimento della mi- grazione, denominata «Protocolli di protezione ai migranti». Stabilisce che i richiedenti asilo devono LUGLIO2019 MC 41 D aspettare la conclusione del procedimento legale in territorio messicano. Nell’attesa, alcuni migranti hanno richiesto un visto umanitario in Messico e molti lo hanno ottenuto. Dal 1 dicembre 2018 il presi- dente messicano è Andrés Manuel López Obrador, che ha favorito la consegna di circa 10mila visti uma- nitari a migranti centroamericani che desiderano ri- manere in Messico. Il governo di Obrador apparen- temente dimostra una discontinuità rispetto all’am- ministrazione di Enrique Peña Nieto, tuttavia al mo- mento non è stato smantellato l’Istituto nazionale di migrazione messicano che continua a esistere con 50 stazioni migratorie disposte sull’intero territorio nazionale, dove i migranti rischiano di essere incar- cerati, prima di essere deportati. Fino a oggi, infatti, il Messico ha seguito le stesse direttive migratorie degli Stati Uniti e rappresenta il primo posto di blocco per i migranti senza documenti diretti in America del Nord. Viene chiamata frontiera verti- cale, perché tutto il territorio messicano è dissemi- nato di centri di controllo migratorio. A Tijuana si sono perse le tracce di molti migranti delle carovane. Qualcuno sarà arrivato a destina- zione, riuscendo a evitare i controlli frontalieri. Qualcuno forse avrà deciso di rimanere in Messico e di provare a chiedere asilo in quel paese. Qualcuno sarà stato deportato nel suo stato d’origine dalle au- torità statunitensi. Altri ancora vivono a Tijuana, in attesa di una risposta alla loro richiesta d’asilo. Simona Carnino D D CAROVANE MIGRANTI Qui : una doccia improvvisata per alcuni migranti della carovana. Occorre provvedere a tutti i servizi per centinaia di persone di passaggio. Qui sotto : padre Alejandro Solalinde incontra la carovana a Juan Rodriguez Clara. Sotto a sinistra : un altro momento di attesa dei migranti della carovana.
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