Missioni Consolata - Luglio 2019

D LUGLIO 2019 MC 39 D La carovana e i diritti lgbti Tra i gruppi più vulnerabili alle violenze delle pan- dillas rientrano le persone appartenenti alla comu- nità lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e in- tersessuali, ndr ). Eriberto non nasconde il suo orientamento sessuale e racconta le violenze subite per il fatto di essere stato un membro attivo della comunità lgbti nella capitale salvadoregna. Negli ul- timi tre anni sono state assassinate 145 persone della comunità gay, secondo i dati dell’ufficio della Diversità sessuale del governo del Salvador. Nu- meri simili sono registrati anche in Honduras e Guatemala, dove la diversità sessuale deve fare i conti con la discriminazione e l’intolleranza che af- fonda le sue radici in schemi tradizionali e patriar- cali. «Sono circa 700 le persone omosessuali partite con le carovane negli ultimi due mesi - continua Eri- berto -. Tutti noi vorremmo chiedere asilo politico negli Stati Uniti o in Canada». Da quando il presidente Donald Trump ha dichia- rato di voler attuare una politica di tolleranza zero contro l’immigrazione illegale, alcuni migranti hanno deciso di provare ad attraversare clandesti- namente gli Stati Uniti per raggiungere il Canada. Secondo i dati dell’Unhcr, nel 2017 il Canada ha re- gistrato 47.800 richieste di asilo politico, il doppio rispetto all’anno precedente. Nel 2019, il governo degli Stati Uniti ha affermato che verranno accolti non più di 30mila rifugiati politici, a fronte di un tetto di 45mila per l’anno 2018. Coloro che non rice- vono un permesso per rimanere negli Usa sono de- portati nel paese di origine. Nonostante la politica di tolleranza zero di Trump sembri bloccare le strade all’arrivo di nuovi mi- granti, il flusso centroamericano è in continuo au- mento. Per molte persone ha più peso la volontà di fuggire dai propri paesi che il timore di essere rifiu- tati nello stato di destinazione. E quindi se anche molti sanno che forse non riusciranno a ottenere un permesso, sperano di superare il confine di notte, senza essere intercettati dalle pattuglie di frontiera statunitensi, per poi sparire da qualche parte negli Stati Uniti dove si augurano di non incrociare mai un agente che chieda loro i documenti. La deportazione dei migranti, attività svolta anche dall’amministrazione Obama e dai presidenti prece- denti, avviene non solo in frontiera, ma anche dal- l’interno del paese. Può succedere che una persona viva anni negli Stati Uniti senza una regolare docu- mentazione e, in seguito a un illecito, anche minore, come per esempio un eccesso di velocità, sia identi- ficato e deportato nel paese d’origine. Secondo l’ultima statistica del Pew Research Cen- ter del 2016, 10,7 milioni di persone considerate irre- golari vivono, lavorano e hanno costruito la propria vita negli Stati Uniti. Circa 4 milioni di bambini americani sono nati da genitori senza documenti, i quali non possono richiedere una regolarizzazione del proprio status migratorio per motivi di famiglia. Lo sa bene Teresa. Una donna salvadoregna di 29 anni che viaggia nella carovana da sola. Il suo bene più importante è una foto delle sue tre figlie che vi- vono negli Usa. CAROVANE MIGRANTI Qui : giacigli di fortuna nei quali dormono i migranti in carovana. | Sotto : Sabina, suo figlio Wilson (di schiena) e sua figlia Marisol, a casa, a Nebaj, in Guatemala. D

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