Missioni Consolata - Luglio 2019

non Gesù ma i cristiani. At 9,5 esprime con forza il principio che «toccare i cristiani è toccare Gesù»). Proprio nel modo tanto schematico e parados- sale di presentare questo episodio, Luca vuole pro- babilmente suggerire al lettore che quello che narra forse non è accaduto davvero, che è più una parabola che un fatto storico, ma serve a far in- tuire che quanto sta crescendo nella chiesa non è uno scherzo. Non è indifferente fare sul serio o no, è una questione di vita o di morte. Infatti, ad Ana- nia e Saffira non è rimproverata l’avidità, ma l’in- ganno. Si può non essere totalmente generosi, ma non si può prendere in giro Dio. E a non prendere sul serio Dio, si rinuncia a vivere. Per la chiesa di oggi Ancora una volta, quello che sembra un rac- conto antico scritto in modo antico per gente an- tica si svela utile e «parlante» anche per noi oggi. Anche oggi si tratta di scegliere da che parte stare. La strada di Dio è quella della condivisione generosa. Ma se Dio può sopportare i tentenna- menti, le incertezze e le paure, non tollera la falsità e l’inganno. Se ci pensiamo, è coerente con un Dio che vuole non essere servito, ma incontrato e amato. Anche noi, nelle nostre relazioni personali, capiamo le titubanze, i timori e i passi falsi, ma l’in- ganno intenzionale uccide la relazione. E poi, anche oggi siamo chiamati a scoprire, a credere, che nelle persone che vediamo, nella co- munità che incontriamo, è presente Dio. E Dio, però, non parla dalle nubi, in modo misterioso e magico, ma si esprime tramite persone umane. Nella Chiesa è davvero presente Dio, totalmente coinvolto, ma per vederlo devo guardare agli es- seri umani. Forse non è un caso che in questo passo, per la prima volta, leggiamo negli Atti degli Apostoli la parola «Chiesa» (At 5,11). Ma insieme, Luca ci fa intuire che questa splen- dida comunità non è esente da colpe, dalla pre- senza del male al proprio interno, da falsità e ipo- crisie. L’inquinamento della purezza non è una de- cadenza dei nostri tempi, è sempre accaduto. La Chiesa è fatta di uomini, ne porta tutta la ricchezza e il limite. Luca comincia a condurci sulla strada che ci farà scoprire come è davvero nella Chiesa che incontro Dio, senza per questo dedurne che la Chiesa sia perfetta. Tutt’altro. Nello stesso tempo, l’imperfezione della Chiesa non toglie che lì dentro davvero si incontri Dio. Allora come oggi. Angelo Fracchia (6. continua) Una Chiesa in uscita rire a chi ci ascolta che si tratta, appunto, di uno scherzo. Magari chi ci conosce sa che siamo per- sone corrette e oneste, eppure ci mettiamo a di- fendere, scherzando, l’evasione delle tasse: i nostri amici capiscono subito che non siamo seri, ma an- che chi ci conosce meno potrebbe intuire la burla dal modo con cui parliamo. Chi scrive, a volte si comporta in modo simile. L’autore raffinato si tra- sforma d’un tratto, cambia stile, come se fosse un narratore di favolette, di leggende. Sarà da inten- dere alla lettera? O bisogna capire quale senso dare al racconto? Probabilmente non vuole pren- derci in giro, ma sta solo usando un paradosso. Al- lora, che cosa vuole comunicare? Quando un nar- ratore cambia in modo tanto plateale il proprio stile, suggerisce al lettore che deve sforzarsi di ra- gionarci sopra. Proviamo ad analizzare insieme alcuni ele- menti, partendo da quello più evidente: abbiamo qui due esempi, uno positivo e l’altro negativo, di dono dei propri beni. L’uno, Barnaba, vende un campo e dona tutto, e la sua vita sarà fruttuosa e lunga; gli altri, Anania e Saffira, si limitano a fin- gere la generosità, e muoiono. Forse non forziamo la mano a Luca se intendiamo che voglia dirci che chi inganna la comunità per avidità, rinuncia a vi- vere e uccide se stesso. D’altronde, sarebbe strano un Dio che dona la vita, che ha fatto risuscitare Gesù, e poi distribuisce pene di morte con tanta fa- cilità. Pietro, dopo la sua domanda, non dichiara che moriranno, non dà una sentenza di morte: è l’inganno stesso a essere mortale. Una seconda osservazione importante che Pie- tro stesso ci fa notare, è che a essere ingannati non sono degli uomini ma Dio. Questa annota- zione, che potrebbe giustificare la morte della cop- pia soltanto per dei lettori un po’ superficiali, ci ri- porta però a un’osservazione che ritorna spesso negli Atti degli Apostoli: la Chiesa non è una comu- nità soltanto umana, Dio si identifica pienamente in lei (il passo in cui sarà affermato questo princi- pio nel modo più scenografico sarà alla conver- sione di Paolo: «Io sono Gesù, che tu perseguiti», benché, a voler essere precisi, Paolo perseguitasse © AfMC / Marta Scandola - Beer Sheva

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