Missioni Consolata - Luglio 2019

Una Chiesa in uscita COSÌ STA SCRITTO - Atti degli Apostoli di Angelo Fracchia, biblista 6. Situazione economica dei credenti a Gerusalemme N el nostro percorso di lettura degli Atti de- gli Apostoli abbiamo già parlato (nel nu- mero di maggio) dei «sommari lucani», che presentano in sintesi il quadro della chiesa degli inizi e, probabilmente ancora di più, della chiesa ideale sognata da Luca. In uno di que- sti sommari, si parlava della comunione dei beni: «Quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno» (At 4,34-35). Si trattava di una condivisione probabilmente necessaria, soprattutto a Gerusalemme. Nel tempo della prima chiesa, infatti, la città dipen- deva economicamente dal tempio. La Giudea è una regione povera, composta da colline scoscese e rocciose dove piove poco e dove quindi è difficile coltivare, né sono presenti particolari tesori mine- rari nel sottosuolo. Nei tempi più antichi la pastori- zia aveva costituito un ripiego interessante per so- pravvivere, ma l’economia del primo secolo dopo Cristo era più avanzata e ricca e non si reggeva più sui pastori. Per una serie di fortunate o intelligenti prese di posizione politiche gli ebrei avevano acquisito in quei decenni, sotto Roma, alcuni privilegi, tra cui il diritto per ogni ebreo maschio adulto di in- 30 MC LUGLIO2019 viare ogni anno al tempio di Gerusalemme una parte delle proprie tasse. Era mezzo siclo d’ar- gento all’anno, ossia circa 25 euro odierni, che possono non sembrare molto, ma moltiplicati per il numero di ebrei maschi adulti che nell’impero pare arrivasse intorno ai due milioni, costituivano un’entrata importante per il tempio, che si ag- giungeva alle offerte di coloro che a Gerusalemme arrivavano in pellegrinaggio. È vero che con quei soldi si manteneva una classe dirigente (sacerdoti e leviti) e le strutture di un tempio davvero impo- nente, ma avanzavano ancora molte ricchezze, che venivano in parte ridistribuite sotto forma di aiuto ai bisognosi. Dovevano essere molti quelli che si facevano mantenere da questa forma di ca- rità: il motore dell’economia di Gerusalemme era il tempio. Anche i credenti in Cristo inizialmente lo fre- quentavano (At 2,46; 3,1-10, ecc.), ma forse erano già rimasti un po’ ai margini di quella ridistribu- zione. È ciò che sembra emergere anche dal biso- gno che sorgerà, qualche anno dopo, di fare una colletta per sostenere i poveri (cristiani) di Gerusa- lemme (At 24,17; 1 Cor 16,1-2; 2 Cor 8-9; Rom 15,25-28). Ma questo in seguito. Per il momento, ci informa Luca, «nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva» (At 4,32) e tutto era condiviso. © AfMC / Marta Scandola - Gerusalemme

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