Missioni Consolata - Luglio 2019
• Meditazione | Ricostruire | Spiritualità orientale | Comunità • LUGLIO2019 MC 17 zione odierna di maggiore indivi- dualismo. I segni dei tempi che padre Cap- pelletto ha colto sono stati due: il ritorno a una spiritualità meno in- quadrata e, dall’altra, il bisogno di appartenenza». Il gruppo dei Ricostruttori ha atti- rato coloro che si sentivano cri- stiani ma cercavano esperienze diverse perché quelle tradizionali non le percepivano come trasfor- manti. Continua Roberto: «La me- ditazione diventa una grande spe- ranza di trasformazione indivi- duale e, quindi, trasformando se stessi, anche il proprio ambiente relazionale migliora». Padre Cappelletto ha voluto an- dare in India per conoscere le forme di meditazione orientali praticate dai maestri indiani, non per aderire all’apparato dottri- nale e filosofico dell’Oriente, ma solo per trarne alcuni elementi, quali la valorizzazione del respiro, la preghiera in formule brevi, ri- petitive, mantriche, cioè forme di raccoglimento, interiorizzazione e concentrazione. Attraverso questi incontri, padre Cappelletto ha riscoperto un fi- lone che era già presente nella tradizione cristiana di tipo mistico o monastico: quello dell’esicasmo (dal greco exichia , pace spirituale, silenzio interiore). Una medita- zione mantrica legata alla respira- zione, cioè la preghiera contem- plativa, chiamata «preghiera del cuore». La tradizione esicastica era praticata prima dai monaci del deserto, poi si diffuse in tutto il mondo cristiano, in Giordania, in Egitto tra i copti, nella Chiesa orientale ortodossa. In Europa era conosciuta da personaggi iso- lati, all’interno di ambienti mona- stici, non era applicata a livello collettivo. Ricostruire dentro e fuori Il gruppo si è formato attorno alla pratica della meditazione, dello yoga e di varie tecniche di rilassa- mento. Senza che padre Cappel- letto lo abbia previsto, è nata una convivenza religiosa composta da uomini e donne e alcuni sacer- doti. Nella sede dei Ricostruttori di Torino, Roberto racconta: «Le esigenze principali erano due. Da una parte creare dei luoghi in città dove incontrarsi per fare meditazione. All’inizio siamo sempre stati ospiti di ambienti re- ligiosi gesuiti, salesiani. Il padre si appoggiava alle case che gli pre- stavano. Dall’altra, trovare posti fuori città dove fare i ritiri spiri- tuali per dedicare spazio alla pre- ghiera e al silenzio. Abbiamo cominciato a ricostruire cascinali abbandonati, ad abitare vecchie abbazie, e il lavoro è stato una potentissima forza ag- gregativa. Eravamo giovani e pieni di ener- MC A © Af Ricostruttori nella preghiera © Af Ricostruttori nella preghiera © Af Ricostruttori nella preghiera
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