Missioni Consolata - Giugno 2019

MCO Fondazione Missioni Consolata Onlus Cooperando... www.missioniconsolataonlus.it Testo di Chiara Giovetti Mozambico , alluvioni e cicloni F orti piogge hanno colpito il Mozambico centro setten- trionale a partire dal 6 marzo scorso. Le regioni più interessate sono state Zambezia, Tete e la regione centrale. I primi bilanci parlavano di sette morti, oltre 32mila persone coinvolte da- gli allagamenti e 4.242 sfollati. Il 10 marzo l’Istituto nazionale di meteorologia del Mozambico ha diramato un’allerta in cui segna- lava che la depressione in corso sarebbe diventata una tempesta tropicale, denominata Idai. Oltre alle zone già colpite sono stati inondati anche parte del Niassa e 83mila ettari di terreni coltivati. Un totale di quasi 55mila piccoli coltivatori danneggiati. Il ciclone Idai Il ciclone Idai si è abbattuto sul paese nella notte fra il 14 e il 15 marzo, in particolare sulla città di Beira, provincia di Sofala, nel Mo- zambico centrale. Le Nazioni Unite hanno immedia- tamente lanciato un appello per raccogliere 40,8 milioni di dollari necessari a soccorrere 400mila persone che, secondo le proiezioni sul percorso del ciclone, si stimava sarebbero state colpite. Dopo una serie di aggiornamenti e verifiche, il 3 aprile scorso il nu- mero ufficiale delle vittime è stato quantificato in 598, più oltre 1.600 feriti. Vi erano 131mila persone ospitate in ricoveri temporanei. Le case completamente distrutte sono risultate essere oltre 85mila, 97mila erano parzialmente di- strutte e quasi 16mila allagate. Gli ettari di coltivazioni distrutti sono stati più di 715mila. Idai ha poi continuato la sua corsa verso lo Zimbabwe dove, a fine marzo, si contavano 181 vittime, 175 feriti, circa 330 dispersi e un totale di 270mila persone colpite dagli allagamenti. La città di Beira Beira è la quarta città più grande del Mozambico con 500mila abi- tanti. Capitale della provincia di Sofala, al centro del paese, è af- facciata sull’Oceano Indiano. Il suo porto è uno snodo cruciale sia per il Mozambico che per alcuni paesi vicini che non hanno sbocco al mare: Malawi, Zimbabwe e Zambia. Parte della città si trova sotto il livello del mare, «su una costa che secondo gli esperti è una delle zone del mondo più vul- nerabili all’innalzamento delle ac- que dovuto al cambiamento cli- matico» @ . Mentre il porto ha ripreso le atti- vità poco dopo il ciclone @ , l’area circostante deve fare i conti con una devastazione senza prece- denti: il 90% della città è infatti stato danneggiato o distrutto @ . La zona di Beira è il granaio del paese con un ruolo cruciale nei periodi di carestia. L’80% della po- polazione mozambicana - e la re- gione intorno a Beira non fa ecce- zione - basa la propria sussistenza sull’agricoltura; nel 99% dei casi si tratta di piccoli coltivatori @ . Tete e Cuamba Padre Sandro Faedi, Imc, ha testi- moniato il 3 aprile per la rubrica online di Missioni Consolata, «Fuori Carta», la situazione di Prima le inondazioni, poi i cicloni. Il Mozambico colpito dalla violenza della natura cerca di rimettersi in piedi.

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