Missioni Consolata - Giugno 2019
(segue a pagina 58) blema è che, in questo momento storico, non abbiamo soltanto un presidente siffatto, ma anche un apparato giudiziale conservatore e un congreo conservatore domi- nato dallo schieramento Bbb». Già, Bbb: Biblia, boi, bala («Bib- bia, vacche, pallottole»). D’altra parte, anche lo slogan eletto- rale di Bolsonaro è stato Brasil acima de tudo, Deus acima de todos («il Brasile sopra tutto, Dio sopra tutti»). Non le pare un uso improprio della reli- gione? «Sì, è stato un utilizzo strumen- tale della fede per affermare che Dio sta con lui, con il presidente eletto. Dio gli ha dato il mandato. Un discorso neopentecostale. Pe- ricolosissimo perché così si può giustificare tutto». I governi del Pt Torniamo a parlare di am- biente. L’Amazzonia come può essere salvata? «La situazione dell’Amazzonia è urgente. Negli ultimi 40 anni ho visto cambiare tutto: dalla foresta al clima alle città. Tuttavia, il Bra- sile ha una buona legislazione ambientale. Se fosse applicata, ci sarebbero pochi problemi. Pur- troppo, anche sotto il Pt - in parti- colare durante il secondo man- dato di Dilma - è andata male per- ché ha distrutto l’Ibama (Instituto Brasileiro do Meio Ambiente e dos Recursos Naturais Renová- veis) e gli altri organi di con- trollo». Monsignore, lei ha votato per Haddad, ma mi pare sia molto critico verso il Pt. «Sì, è vero ho scelto Haddad, ma sono molto severo verso il Pt. Se lei va a leggere gli editoriali degli ultimi anni della rivista Porantin, edita dal Cimi, sono tutti critici verso quei governi. Ricordo che la Cnbb non è mai stata consultata o ricevuta da Dilma». Durante i governi del Partito dei lavoratori è stato fatto qual- cosa per l’Amazzonia e i suoi abitanti? «Quando iniziò, io vidi che all’in- terno dell’Amazzonia per la prima volta ci furono famiglie che eb- bero dei soldi. Fu una liberazione. Anche se si dice che il denaro è lo sterco del diavolo, tuttavia senza soldi non può esserci libertà. La bolsa familia è stata uno stru- mento importantissimo come lo è stata l’arrivo dell’elettricità. Queste sono state conquiste del governo di Lula nei suoi primi anni. Però dopo le cose sono cambiate perché è entrata la cor- ruzione e, con il potere, il partito è diventato elitista. Il mio ideale è stato il Pt dei primi tempi». Il Pt di Lula, dunque. Però ora lui è in prigione, condannato a una lunga pena detentiva. Se lo aspettava? «Non me lo aspettavo. Un presi- dente deve essere giudicato dalla storia. Per il paese Lula ha fatto cose buone. Le accuse nei suoi confronti erano troppo poco per condannarlo. Io credo che lui non abbia fatto nulla di male. Il pro- blema è il sistema che vige nel Brasile. Tutti i partiti fanno lo stesso e il Pt non è stato diverso». «Sono diversi. Per fortuna» Lasciando da parte il governo presente e quelli del passato, come descriverebbe la situa- zione dei popoli indigeni? «Nel 1979, quando arrivai in Acre, un ministro dell’Interno disse che gli indigeni sarebbero spariti in 10 anni. Invece sono la popolazione che più è cresciuta nel paese. Io penso che i popoli indigeni siano i poveri più organizzati del Brasile e che, al tempo stesso, siano i più perseguitati proprio perché orga- nizzati». • Sinodo panamazzonico | Popoli indigeni | Chiese neopentecostali | Partito dei lavoratori (Pt) • MC A
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=