Missioni Consolata - Giugno 2019

VERSO IL SINODO PANAMAZZONICO / 4 GIUGNO2019 MC 53 M anaus. Dom Sérgio Eduardo Castriani, oggi arcivescovo di Manaus, conosce bene l’Amazzonia. «Sono qua- rant’anni che vi abito», ricorda con orgoglio. Iniziò nel 1979 a Feijó, in Acre, stato brasiliano con- finante con Perù e Bolivia, dove la- vorò a lungo con gli Ashaninka (Kampas). Un periodo ricordato con nostalgia. Tanto che, durante il nostro incontro, dom Sérgio - classe 1954 - si alza per andare nel suo studio a prendere una vecchia foto in bianco e nero: «Eccomi ve- stito da indigeno», dice indican- domi un giovane ritratto con una tipica tunica ashaninka. Dall’Acre egli fu destinato al Nord, municipio di Tefé, stato di Amazo- nas dove ebbe la possibilità di co- noscere molte altre etnie: Mayo- runas (Matsés), Miranhas, Coca- mas, Kambebas, Kanamaris, Ku- lina, Katukinas, Tikuna. Nominato vescovo, rimase a Tefé fino al 2012 quando divenne arcivescovo. «Gli indigeni, organizzati e perseguitati» Dagli Ashaninka alla metropoli di Manaus, finora il percorso di dom Sérgio Eduardo Castriani si è svolto tutto all’interno dell’Amazzonia. Un mondo affascinante al quale oggi l’arcivescovo guarda con crescente preoccupazione. Disboscamenti, incendi, offensiva contro i diritti dei popoli indigeni. Tutte le problematiche da tempo esistenti si sono aggravate dopo l’avvento di Bolsonaro alla presidenza del Brasile. La metropoli amazzonica oggi conta oltre due milioni di abitanti ed è in continua e rapida espan- sione. «Ma - precisa dom Sérgio - risulta sempre più invivibile. Per- ché la qualità della vita in certi quartieri è di volta in volta peg- giore. La questione della sicu- rezza di fronte al dominio delle bande rende la vita difficile alle BRASILE Testo e foto di PAOLO MOIOLA MC A Sopra : dom Sergio Eduardo Castriani, arci- vescovo di Manaus, nel suo ufficio nella capitale dello stato di Amazonas. # S I N O D O P A N A M A Z Z O N I C O O t t o b r e 2 0 1 9

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