Missioni Consolata - Giugno 2019
denziato che Total, Shell e Equinor sono tra le com- pagnie petrolifere che investono maggiormente in energie rinnovabili. La sola Equinor investirà in questo settore entro il 2020, il 25% del suo budget di ricerca 41 . È stata ancora la Equinor ad aver sviluppato l’ Hy- wind Scotland Pilot Park , il primo centro di produ- zione eolica mobile off-shore che si trova a venticin- que chilometri dalle coste scozzesi di Peterhead, nell’Aberndeenshire. L’Hywind è un complesso di sei turbine eoliche con una capacità energetica di 30 MW (megawatt). Secondo la Windeurope, la Equinor fornisce con i suoi impianti eolici il 7% dell’intera capacità energetica eolica prodotta in Europa nel 2018 42 . La Norvegia e l’ondata migratoria: l’affermazione dei partiti populisti Con la scoperta del petrolio in Norvegia sono ini- ziati ad arrivare immigrati estranei alla cultura scandinava: erano pachistani, iugoslavi, maghrebini che non hanno fatto fatica a essere assorbiti nella nascente industria petrolifera. Al tempo stesso, però, la caduta del Muro di Berlino, le crisi politi- che ed economiche dell’Europa dell’Est, accompa- gnate dagli sconvolgimenti militari ed etnici del Centro Asia, Vicino Oriente e Africa hanno messo la Norvegia di fronte a un’ondata migratoria che ha contribuito a sviluppare scetticismo nei confronti all’Unione europea e sospetto verso i nuovi arrivati. All’inizio del 2018 su 5.400.000 abitanti 746.700 erano immigrati stranieri a cui vanno aggiunti 170mila nati da genitori stranieri 43 . In totale gli im- migrati sono il 17,3% della popolazione e contribui- scono per il 58% all’incremento demografico della nazione 44 . «Il petrolio è stata la fortuna e, al tempo stesso, la sfortuna della Norvegia», sentenzia Bente, una ra- gazza di Tromso la quale ritiene, come molti suoi connazionali, che il paese dovrebbe porre un freno all’immigrazione. Questa percezione è stata cavalcata con successo dai partiti populisti di destra e antieuropeisti, in particolare dal Partito del progresso (FrP, Frems- krittspartiet ) 45 che, nato nel 1973 come movimento liberista per l’alleggerimento della tassazione con il nome di Anders Lange’s Party for a Drastic Reduction in Taxes, Fees and Public Intervention («Partito di Anders Lange per una drastica riduzione delle tasse e dell’intervento pubblico»), nel 1989, sotto la guida di Carl Hagen si è trasformato in partito anti- immigrati. Dal 2013 l’FrP, oggi capeggiato da Siv Jensen 46 , è entrato a far parte della coalizione di governo guidata da Erna Solberg, del Partito con- servatore (chiamato «Høyre», destra). Da allora l’FrP, che nelle ultime elezioni parlamen- tari del 2017 ha ottenuto un consenso del 15,2%, ha sempre guidato il ministero della Giustizia, pub- blica sicurezza e immigrazione (Mgpsi) gestendo la politica migratoria della Norvegia. Tutti i sondaggi effettuati dagli anni Novanta che chiedevano quale partito avesse la migliore politica migratoria, hanno visto la netta prevalenza del Partito del pro- gresso. Uno dei politici più popolari nel paese è Sylvi Listhaug, ministro dell’Immigrazione fino al 2018, la quale ha dato una svolta alla politica norve- gese definendo «tirannia del buonismo» l’approccio europeo verso l’immigrazione e dichiarando che sa- rebbe stato più cristiano e ragionevole aiutare più gente possibile nei loro paesi attraverso programmi di aiuto. Per la verità la stretta sulla migrazione non è pre- rogativa solo della destra: il primo passo in questo Sopra: mercato del pesce a Bergen, la seconda città della Norvegia. A destra: studenti durante una lezione di anatomia al Parco Vigeland - noto anche come Parco delle sculture - a Oslo. 46 MC GIUGNO2019 D D
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