Missioni Consolata - Giugno 2019

tamento dei pozzi, il ministero delle Finanze pub- blicava il documento «Il ruolo dell’attività petroli- fera nella società norvegese» in cui si avanzava la domanda su come dovessero essere utilizzati i pro- venti dell’estrazione petrolifera 32 . Nel 1990 è stato fondato il Fondo petrolifero e il 1° gennaio 1998 lo stesso ministero ha affidato alla Banca di Norvegia la gestione delle azioni con la clausola che non si dovesse utilizzare una quantità di denaro superiore ai proventi degli investimenti, stimato nel 3% del capitale di 900 miliardi di euro distribuito in 73 paesi e in 9.158 compagnie 33 . Vi sono delle guide etiche che escludono dagli inve- stimenti da parte del Fondo le ditte responsabili di violazioni di diritti umani, produzione di alcuni tipi di armamenti, produzione di tabacco, di carbone, inquinamento 34 . Così sono bocciate ditte come la Philip Morris, la Posco, Rio Tinto, la Loockheed Martin Corp. (ma la Norvegia è partner nella produzione dell’F-35 35 ). Nel solo 2018 sono state escluse dal fondo ditte come l’Aecom, la Bae System, la Fluor Corp., l’Hun- tington Ingalls Industries Inc. (impegnate nella produzione di armi nucleari), la polacca Atal SA, la cinese Luthai Textile (violazione diritti umani), la Evergreen Marine Corp. Taiwan, Korea Line Corp., Precious Shipping Pcl, Thoresen Thai Agencies (violazione diritti umani e inquinamento ambien- tale), l’Evergy Inc. la PacifiCorp, Tri-State Genera- tion and Transmission Association, Washington H. Soul Pattinson & Co Ltd (produzione di carbone), l’Halcyon Agri Corp. (inquinamento ambientale), la JBS South Africa (corruzione) 36 . Nel 2017 la Banca di Norvegia ha invitato il mini- stero delle Finanze a rivedere gli investimenti del Fondo pensioni consigliando di escludere azioni de- rivate da collocamenti petroliferi. Il consiglio del gestore è stato recepito dallo Storting 37 il quale ha deciso di eliminare 134 compagnie che hanno inte- ressi nell’industria di esplorazione e estrazione pe- trolifera per un totale di settanta miliardi di nok. Le critiche, però non mancano, a partire dalle orga- nizzazioni anti Nato, che contestano il coinvolgi- mento norvegese nel progetto F-35, a compagnie private che si occupano di fondi d’investimento, come la Storebrand Asa, la principale agenzia nor- vegese che amministra 70 miliardi di dollari affidati da 1,2 milioni di norvegesi. Jan Erik Saugestad, vice presidente della Store- brand Asa, è critico verso il pacchetto di investi- menti effettuati dal Fondo nazionale. Secondo lui il Fondo dovrebbe impegnarsi con più incisività a convincere le compagnie petrolifere a promuovere maggiormente le tecnologie per energie rinnovabili escludendo completamente quelle che hanno an- cora attività nel settore dei combustibili fossili. Nel suo ultimo rapporto, la Storebrand Asa ha indivi- duato una lista di società su cui ha deciso di non in- vestire 38 . Per la verità la lista è molto simile a quella del Fondo governativo, dato che la stessa Storebrand non esclude a priori queste società, ma solo quelle che, nel loro portafoglio, hanno guadagni prove- nienti da attività considerate critiche per l’am- biente superiori a una certa percentuale (ad esem- pio esclude compagnie che hanno entrate superiori al 5% in tabacco, al 25% in attività collegate al car- bone, 20% in attività collegate a sabbie bitumi- nose) 39 . La Storebrand, inoltre, ha recentemente accusato alcune compagnie petrolifere di boicottare le politi- che di energie rinnovabili investendo milioni di dol- lari per impedire o rallentare la successione delle energie alternative da quelle petrolifere. Tra le so- cietà accusate vi sono la Bp (53 milioni di Usd - dol- lari Usa - annui per boicottare queste politiche), la Shell (49 milioni Usd), Exxon Mobil (41 milioni Usd), Chevron (29 milioni Usd), Total (29 milioni Usd). I metodi utilizzati dalle imprese includereb- bero pressioni su politici, amministrazioni locali e sull’opinione pubblica 40 . Il rapporto della Storebrand, però, contrasta netta- mente con quello di altre agenzie. La Reuter ha re- centemente pubblicato una ricerca da cui si evince che le compagnie petrolifere, con in testa la Shell, hanno investito circa tre miliardi di dollari in acqui- sizioni di energie rinnovabili negli ultimi cinque anni, mentre uno studio della WoodMackenzie, una società di ricerca e consulenza energetica, ha evi- GIUGNO2019 MC 45 D NORVEGIA

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