Missioni Consolata - Maggio 2019
dovere di essere pronta per questa incombenza e fornendo un esempio tangibile pure alle figlie Celia, anch’essa medico, come tradizione famigliare, specializzata in chirurgia cardio- vascolare, ed Estefania, studentessa di economia. Nel 1996 accompagnai Aleida a un ricevimento che le sorelle Fendi, le signore della moda italiana, offrivano per festeg- giare l’uscita italiana della rivista «George», fondata da John John Kennedy, che era ospite dell’evento. Nell’occasione colpiva il contrasto tra lo sguardo affascinante, ma discreto del giovane Kennedy e quello sbarazzino della figlia del Che. John evitava di guardare negli schermi dove passavano le immagini della presidenza tragica di suo padre, Aleida invece raccontava le sue esperienze fatte in Angola e in Nicaragua nell’impegno di alleviare le difficoltà di quei popoli. I due simpatizzarono. Purtroppo, tre anni dopo il giovane Ken- nedy sarebbe perito in un incidente accaduto su un aereo che lui stesso pilotava. A leida l’ho rivista l’11 marzo scorso in un incontro ad Assisi per una conferenza sulla mediocrità della vita che attualmente viviamo, in una sala della Pro Civitate Christiana che straripava di persone. Nella circostanza la fi- glia del Che, in due ore, ha chiarito molti degli interrogativi, che la nuova Costituzione, recentemente varata a Cuba, aveva posto, avendo come obiettivo una migliore qualità della vita. L’iter di questo rinnovamento, dopo la scomparsa di Fidel Castro, era stato avviato dal Parlamento cubano con un pro- getto costituzionale discusso poi in tutti i Cdr (Comitati di di- fesa della Rivoluzione). I cittadini cubani avevano presentato a loro volta un milione di modifiche al progetto iniziale e il Parlamento, grazie a queste proposte, aveva rettificato il progetto iniziale del 60%. Il 24 febbraio 2019 si è poi svolto un referendum per rendere ufficiale il cambiamento. L’85% degli aventi diritto al voto si sono recati ai seggi e l’83% di questi ha votato sì. Cuba ha mantenuto così la prerogativa di nazione latinoa- mericana più equa e più sicura del continente malgrado un vergognoso embargo degli Stati Uniti che dura da più di mezzo secolo. Credo che questa caratteristica, al di là di qualunque sbaglio, sia il frutto di una nazione ancora unita che si riflette nella serenità del suo popolo. Non è un caso che quando finalmente, nel 1997, il corpo dell’eroe più splendido di tutta l’America Latina era stato restituito a Cuba dalla Bolivia, Aleida, la figlia che non si ar- rende, aveva salutato la salma del padre con queste pa- role: «Più di trenta anni fa i nostri padri si congedarono da noi. Partirono per tenere alti gli ideali di Bolivar, di Martì: un continente unito e indipendente, ma nemmeno loro sono riusciti in questo intento Erano coscienti che i grandi sogni si avverano solo a costo di immensi sacrifici. Non li abbiamo più visti. Allora quasi tutti noi eravamo molto piccoli, adesso siamo uomini e donne e abbiamo visto e vissuto, forse per la prima volta, momenti di grande dolore, di pena intensa. Sappiamo come si sono svolti i fatti e ancora ne soffriamo. Oggi tornano a noi le loro spoglie, ma non tornano sconfitti. Tornano da eroi, eternamente giovani, coraggiosi, forti, audaci. Nessuno può toglierci questo. Saranno sempre vivi, insieme ai loro figli, nel loro popolo». Gianni Minà Persone che conosco MC R © Petko Momchilov / mpact Press Group / NurPhoto / AFP Qui sotto : Aleida Guevara - al centro con i fiori - in visita a Varna, in Bulgaria (22 novembre 2017). #
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