Missioni Consolata - Maggio 2019

80 amico MAGGIO2019 «Un giovane gambero pensò: “Perché nella mia famiglia tutti camminano all’indietro? Vo- glio imparare a camminare in avanti, come le rane, e mi caschi la coda se non ci riesco”. Cominciò ad esercitarsi di nascosto, tra i sassi del ruscello natio, e i primi giorni l’im- presa gli costava moltissima fatica. Urtava dappertutto, si ammaccava la corazza e si schiacciava una zampa con l’altra. Ma un po’ alla volta le cose andarono meglio, perché tutto si può imparare, se si vuole. Quando fu ben sicuro di sé, si presentò alla sua famiglia e disse: “State a vedere”. E fece una magnifica corsetta in avanti. “Figlio mio”, scoppiò a piangere la madre, “ti ha dato di volta il cervello? Torna in te, cam- mina come tuo padre e tua madre ti hanno insegnato, cammina come i tuoi fratelli che ti vogliono tanto bene”. I suoi fratelli però non facevano che sghi- gnazzare. Il padre lo stette a guardare severamente per un pezzo, poi disse: “Basta così. Se vuoi re- stare con noi, cammina come gli altri gamberi. Se vuoi fare di testa tua, il ruscello è grande: vattene e non tornare più indietro”. Il bravo gamberetto voleva bene ai suoi, ma era troppo sicuro di essere nel giusto per avere dei dubbi: abbracciò la madre, salutò il padre e i fratelli e si avviò per il mondo. Il suo passaggio destò subito la sorpresa di un crocchio di rane che da brave comari si erano radunate a far quattro chiacchiere in- torno a una foglia di ninfea. “Il mondo va a rovescio”, disse una rana, “guardate quel gambero e datemi torto, se potete”. “Non c’è più rispetto”, disse un’altra rana. “Ohibò, ohibò”, disse una terza. Ma il gamberetto proseguì diritto, è proprio il caso di dirlo, per la sua strada. A un certo punto si sentì chiamare da un vecchio gam- berone dall’espressione malinconica che se ne stava tutto solo accanto a un sasso. “Buon giorno”, disse il giovane gambero. Il vecchio lo osservò a lungo, poi disse: “Cosa credi di fare? Anch’io, quando ero giovane, pensavo di insegnare ai gamberi a cammi- nare in avanti. Ed ecco che cosa ci ho gua- dagnato: vivo tutto solo, e la gente si mozze- rebbe la lingua piuttosto che rivolgermi la pa- rola. Fin che sei in tempo, dà retta a me: ras- segnati a fare come gli altri e un giorno mi ringrazierai del consiglio”. Il giovane gambero non sapeva cosa rispon- dere e stette zitto. Ma dentro di sé pensava: “Ho ragione io”. E salutato gentilmente il vecchio riprese fiera- mente il suo cammino. Andrà lontano? Farà fortuna? Raddrizzerà tutte le cose storte di questo mondo? Noi non lo sappiamo, perché egli sta ancora mar- ciando con il coraggio e la decisione del primo giorno. Possiamo solo augurargli, di tutto cuore: “Buon viaggio!”». (Gianni Rodari) IL GIOVANE GAMBERO lisamikulskie/flickr com percursodacultura/flickr com

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