Missioni Consolata - Maggio 2019
INDICE \\ 71 EDITORIALE \\ 72 BIBBIA ON THE ROAD \\ 74 PAROLE DI CORSA \\ 76 PROGETTO COLOMBIA \\ 78 AMICOMONDO .02 AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT ningunaparte / Flickr.com Caro amico L a morte e il lutto sono il nostro pane quotidiano. Il la- mento, il pianto e l’affanno, una postura consolidata. La fame e la sete non si smorzano mai. Nessun riparo dall’ar- sura, nessuna tenda da abitare (cfr Ap 7, 9-17), nessuno sguardo al quale affidare la nostra vita. Tantomeno un Dio che elimina la sofferenza. «È triste, ma è così», dicevo. Allora, quando ti ho visto passare tra la folla che t’insultava, anch’io ti ho sputato. E quando eri in croce, anche io ti ho detto di scendere, di salvare te stesso (e me) dalla morte, se veramente eri Dio (cfr Lc 23, 35-39). Quando hanno chiuso il sepolcro con la pietra, ho dato una mano a sigillarla, e ho por- tato cibo e bevande alle guardie perché tenessero la tua morte, la tua speranza morta, sotto controllo (cfr Mt 27,66). La speranza, quand’è illusione, fa male, bisogna tagliarla via e togliere le radici dal terreno. E io ce l’ho messa tutta per farlo. P oi è successo l’imprevedibile. Un terremoto, la pietra ri- baltata, i guardiani stesi a terra, la tomba vuota. Quei co- dardi dei tuoi amici che ti dicevano risorto. «Davvero quella speranza era un’illusione?», mi sono chiesto. E alla fine ho ceduto. Ce l’ho messa tutta per tenerti a bada, ma tu sei più forte e mi hai vinto. Senza lasciarmi sconfitto. Mi hai mostrato che il male non è la sofferenza, ma l’assenza di amore, e che ogni assenza d’amore può essere colmata con la tua presenza, amore eccedente. Hai beffato la morte passan- doci dentro, hai restituito alla vita la pienezza desiderata da Dio fin dal principio. Quella che credevo illusione si è rivelata speranza. Bisogna coltivarla perché porti frutto e lo porti per tutti. Buon tempo di Pasqua, da amico Luca Lorusso Visita il nostro sito.
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