Missioni Consolata - Maggio 2019

animal welfare ), e altre (anche chiamate Business international organizations , Bingo), che difendono un modello di conservazione basato su esclusione e controllo. Sembra non interessare loro che die- tro la pretesa governativa della difesa ambientale ci siano anche corposi interessi economici. Secondo un rapporto del 2015 dell’Istituto indiano per la gestione delle foreste di Bhopal 15 che ha sti- mato i dati economici relativi a 25 servizi ecosiste- mici offerti al paese da sei riserve delle tigri (quelle di Corbett, Kanha, Kaziranga, Periyar, Ranthambore e Sundarbans), il loro valore econo- mico ammonta a circa 1 miliardo di euro l’anno. Di questo, solo il 9 per cento (90 milioni) va a favore dalla popolazione locale. Il 47 per cento (470 mi- lioni) a favore del paese, mentre ben il 43 per cento (430 milioni) è il valore in qualche modo uti- lizzato a livello mondiale. Tra i valori economici stimati, quello che riguarda l’industria del turismo è facilmente quantificabile. Ogni anno i parchi delle tigri, infatti, mentre ten- gono fuori le popolazioni locali, attirano migliaia di persone dall’India e dal resto del mondo. L’in- troito derivato dai biglietti per l’ingresso al parco di Corbett ammonta a 1 milione di euro annui. Un altro elemento di contraddizione delle politi- che restrittive per la salvaguardia dell’ambiente è il giro d’affari legale e illegale legato al taglio degli alberi 16 . Capita che il corpo forestale favorisca gruppi criminali organizzati nel taglio e commer- cio illegale della legna. Nella riserva delle tigri di Buxa, nello stato del Bengala occidentale, alcuni agenti forestali e alti ufficiali di polizia sono stati colti in flagrante 17 . Nel parco di Buxa e di Jaldapara le comunità lo- cali avevano già più volte denunciato il taglio ille- gale degli alberi ma non avevano ottenuto alcuna risposta dalle autorità, in quanto queste erano di- rettamente coinvolte. Altri introiti provengono da attività come la pesca, il foraggio, la vendita di miele, frutti e altri prodotti che tradizionalmente vengono utilizzati dalle comunità per la loro sussi- stenza, ma che sempre di più vengono controllate dai governi locali degli stati indiani. Per esempio, dal 2017 lo stato del Chattisgarh ha proibito la vendita diretta del mahua , un frutto da cui si ricava un liquore che rappresenta un’impor- tante fonte di sussistenza per la comunità indi- gena dei Baiga. Questa proibizione ha influenzato negativamente l’economia locale 18 . Inoltre è molto importante lo sfruttamento da parte dello stato dei bacini idrici utilizzati anche per la produzione di energia elettrica. Molte sono le dighe presenti all’interno di zone protette, come ad esempio la diga di Kalagarh nella riserva di Corbett, nello stato dell’Uttarakhand, costruita nel 1974 per contribuire alla distribuzione idrica in tutto lo stato e nella città di New Delhi. La diga ha lasciato gli abitanti di queste zone quasi a secco. Inoltre, bisogna menzionare il mercato legato allo scambio di emissioni di gas serra - ossia le quote di emissioni fissate dai rispettivi governi locali alle imprese - che gioca un ruolo fondamentale nell’in- teresse sulla protezione delle foreste. In India, uno dei meccanismi per ridurre le emissioni in- quinanti e riforestare le zone degradate è il Campa, o Compensatory Afforestation Act , un meccanismo di compensazione in base al quale il valore delle imposte versate dai privati è calcolato in rapporto alla perdita forestale in termini di bio- diversità e servizi ecosistemici. Questi fondi poi dovrebbero essere utilizzati per riforestare aree degradate, peccato che spesso anche questo mec- canismo si basi su giochi di corruzione e inte- resse. Infatti in molte zone, le aree prese in consi- derazione per riforestare non sono aree degra- date ma aree utilizzate a livello comunitario dalle popolazioni indigene che vengono quindi sgombe- rate. Come è avvenuto nel caso del parco delle ti- gri del Tadoba, nel Maharastra, dove a Sitaram- D 46 MC MAGGIO2019 D

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