Missioni Consolata - Maggio 2019

esistenza tra fauna e attività umana. La buffer area dovrebbe garantire i diritti forestali delle po- polazioni locali, come l’uso sostenibile delle ri- sorse naturali, e i diritti sociali e culturali. Il 16 Novembre 2007 il ministro indiano dell’Am- biente e delle foreste e la Ntca hanno dato ordine ai singoli stati del paese di creare le Critical tiger habitat entro il 2008. Sono state così create 31 zone inviolabili in tempi brevi, violando le misure che si sarebbero dovute adottare, cioè fare degli studi scientifici preventivi e approfonditi, infor- mare le comunità locali e raccoglierne il consenso. Queste nuove disposizioni, oltre a negare alle co- munità l’uso delle risorse naturali, hanno istituito un meccanismo che legalizza gli sfratti preve- dendo una semplice ricompensa economica. Ne è conseguito che dal 2008 gli sfratti dalle aree pro- tette sono aumentati senza peraltro che siano state elargite le ricompense alle comunità colpite. Sradicati, su terre sterili e senza diritti Uno dei tanti casi è quello della riserva di Acha- nakmar, nello stato del Chattisgarh: nel 2009 sono stati sfollati dal Critical tiger habitat sei villaggi che corrispondevano a circa 600 famiglie, tutto ciò senza alcun consenso da parte delle comunità. Abbiamo visitato la zona di recente, e constatato che oggi quelle famiglie, ricollocate all’esterno del- l’area inviolabile, si trovano a vivere in case di ce- mento decadente, su un lembo di terra sterile, e prive del diritto di accedere alle risorse naturali. Secondo il nostro studio sul campo, lo stesso è ac- caduto nella riserva delle tigri di Melghat, in Ma- harastra, dove sono state sfrattate 1.360 persone. Altre 20mila sfrattate dal parco delle tigri del Kanha nel Madhya Pradesh; 597 famiglie dal parco di Sariska in Rajasthan e più di 3.814 fami- glie dal parco di Nagarhole in Karnataka 9 . La lista continua, e si allunga sempre di più. Le riserve delle tigri sono le zone più colpite, ma gli sfratti riguardano tutte le zone di conserva- zione, perfino i corridoi ecologici, cioè quelle «cor- sie» create per far muovere liberamente gli ani- mali da una zona protetta all’altra, e altre zone at- tigue ai parchi. Com’è successo, ad esempio, al vil- D laggio di Tummadhia Katha che si trova ai mar- gini del parco naturale del Corbett, nello stato del- l’Uttarakhand, dove le dimore abitate dalla comu- nità indigena dei Van Gujjar, una comunità pasto- rizia di origini musulmane, sono state demolite per due volte negli ultimi tre anni. Proteggere la natura con le forze armate Com’è chiaro dai casi riportati, le politiche di con- servazione non si limitano a salvaguardare la bio- diversità, ma a controllare i territori utilizzando spesso modalità militari, come l’uso di forze ar- mate e di network informativi. Le armi da fuoco vengono utilizzate contro le co- munità locali accusate di bracconaggio o di altri crimini contro l’ambiente. Di fatto queste comu- nità sono considerate dai conservazionisti, come ad esempio il Wwf, nemiche dell’ambiente e usur- patrici dell’ecosistema. Un giudizio che si riflette nelle politiche ambientaliste del governo indiano. Un recente rapporto del Wwf Italia, pubblicato nel maggio 2018, intitolato Bracconaggio connec- tion , descrive il bracconaggio come una delle cause principali dell’estinzione animale, conside- rando queste azioni «pervasive e devastanti». Questo nonostante alcuni studi dell’Iucn, pubbli- cati nella rivista online «Natura» e nel Iucn red- list report 10 , mostrino come tra gli undici mag- giori rischi per l’estinzione delle specie animali non vi sia il bracconaggio, ma altre attività umane come lo sfruttamento delle terre per le attività agricole e lo sviluppo urbano. È interessante no- tare come il report del Wwf colleghi la rete di cri- minali che fa bracconaggio alla povertà e al biso- gno di «facili guadagni»: sono collegamenti peri- colosi che si ritorcono sulla pelle dei piccoli conta- dini locali, doppiamente vittime delle politiche conservazioniste e delle grosse organizzazioni ille- gali di bracconaggio. In alto : tre donne della comunità indigena dei Mishing che attraversano i campi ai margini della foresta protetta di Kaziranga, Assam, gennaio 2018. | Qui sotto : nuovo insediamento del villaggio Bokrakachaar, sfrattato nel 2009 dalla riserva delle tigri di Achanakmar, Chattisgarh, maggio 2017. D TIGRI, UOMINI E RISERVE

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