Missioni Consolata - Maggio 2019
D 42 MC MAGGIO2019 D anche dal recente rapporto delle Nazioni unite ( Report of the special rapporteur on indigenous people 2018 ), nel quale si afferma che il numero di crimini, violenze, conflitti e sfratti dalle zone pro- tette è in continua crescita. L’aumento di restrizioni all’interno di queste aree coincide con l’aumento di attenzione internazio- nale per la difesa della tigre, considerata specie a rischio e inserita dal 2008 nella lista rossa del- l’Iucn (Unione mondiale per la conservazione della natura). L’allarme sull’estinzione delle tigri, ha condotto le numerose organizzazioni conserva- zioniste e lo stesso ministro indiano dell’Ambiente e delle foreste a prendere dei provvedimenti. Senza scienza né consenso In India il primo documento che parla esplicita- mente della necessità di aumentare le restrizioni per preservare le tigri, è un rapporto del 2005 re- datto dalla «Task force della tigre» istituita nel 2003 dal ministero indiano dell’Ambiente e delle foreste, intitolato Joining the dots , nel quale si evi- denzia come l’estinzione della tigre sia un effetto della crisi ambientale 8 . Nello stesso 2005 l’India ha creato un nuovo corpo per la protezione della tigre, la National ti- ger conservation authority (Ntca), con lo scopo di assicurare la riproduzione della specie e la prote- zione del suo habitat. L’anno dopo, nel 2006, è stata modificata la Wildlife protection act del 1972 per stabilire nuove regole e delimitazioni all’in- terno delle riserve delle tigri istituendo un’area inviolabile chiamata Critical tiger habitat (Cth) nella quale è vietata qualsiasi attività umana e, at- torno a essa, una cintura di territorio protetto, la buffer area (zona cuscinetto), che prevede la co- CONSERVAZIONISTI VERSUS AMBIENTALISTI O rganizzazioni come la World wide fund for nature (Wwf), la Wildlife conservation so- ciety (Wcs) e l’ International conservations (Ic), sono considerate estremiste da molti attivisti e ambientalisti, a causa delle loro politiche di conser- vazione, identificate sotto il nome di Fortress con- servation . Infatti nonostante il Wwf riconosca aper- tamente la necessità di integrare le comunità locali nella conservazione dell’ambiente, spesso finanzia operazioni militari come nel citato parco di Kazi- ranga in Assam. Questo comportamento è da un lato frutto della cecità di molti conservazionisti nel considerare la protezione ambientale una priorità a qualsiasi co- sto, anche quello della vita delle persone. Dall’altro queste organizzazioni internazionali risentono di idee coloniali ed eurocentriche e non considerano le popolazioni tribali capaci di governare in maniera appropriata le zone forestali. L’importanza di includere le comunità indigene nella conservazione ambientale è stata riconosciuta solo recentemente, nel 2007, dalle Nazioni unite. Questa mentalità coloniale, in un paese come l’In- dia è rappresentata dalle classi dominanti che spesso siedono ai vertici di queste organizzazioni e che ostacolano il riconoscimento di leggi come la Forest Rights Act . Dall’altro lato, come dimostrato dalle ricerche di Rosaleen Duffy 1 , sono numerose le organizzazioni transnazionali che finanziano training militari e al- tre misure anti bracconaggio, attività che risultano lucrative per il settore privato. Inoltre numerosi sono gli articoli che accusano il Wwf di scandali e di partnership con grosse multinazionali. In un arti- colo di Jonatham Latham 2 si legge che l’organizza- zione del panda ha stipulato delle partnership con aziende come la Monsanto, legata agli Ogm, e la Wilmer, una delle più grandi compagnie mondiali di olio di palma, primo responsabile della distruzione forestale del Borneo indonesiano. Survival International ha inoltre più volte condan- nato le attività del Wwf, considerato direttamente coinvolto in Africa in attività lucrative come conces- sioni per la caccia e per il taglio di legname. Il dibattito tra nuovi e vecchi conservazionisti è oggi grosso oggetto di discussione, e un campo di ri- cerca ancora in esplorazione. E.F. N OTE : 1 Rosaleen Duffy, We need to Ttlk about the militarisation of conservation , www.greeneuropeanjournal.eu, 20/07/2012. 2 Jonathan Latham, Way Beyond Greenwashing: Have Cor- porations Captured Big Conservation? , www.independentsciencenews.org , 07/02/2012.
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=