Missioni Consolata - Maggio 2019
D MAGGIO2019 MC 41 D ed equa dei benefici derivanti dall’utilizzazione delle risorse genetiche». L’organo di governo della Cbd è la Conferenza delle parti (Cop) che si riunisce ogni due anni per analizzare i progressi compiuti, verificare le prio- rità e pianificare nuovi ambiti di lavoro. Tra i venti obiettivi stabiliti nella Cop10 tenutasi nell’ot- tobre 2010 in Giappone, nella prefettura di Aichi, l’undicesimo prevede che, entro il 2020, le aree di conservazione coprano almeno il 17 per cento delle zone terrestri del pianeta e il 10 per cento delle aree marine e costiere. Questo obiettivo, secondo il rapporto Protected planet 2019 del Programma delle Nazioni unite per l’ambiente (Unep), si sta raggiungendo effica- cemente: «Vi sono buoni progressi nell’amplia- mento delle aree protette. La copertura terrestre è in aumento dal 14,7 per cento nel 2016 al 14,9 nel 2019, e la copertura marina è passata dal 10,2 per cento al 17,3 delle acque nazionali. Se gli sforzi da parte dei governi per attuare gli impegni prose- guiranno, è probabile che gli obiettivi di copertura terrestre e marina saranno raggiunti entro il 2020. [...] Attualmente le aree protette nel mondo sono 245.449. La maggior parte di esse sono terre- stri e coprono oltre 20 milioni di km 2 . Le aree ma- rine protette coprono 26 milioni di km 2 , rappre- sentando il 7,47 per cento degli oceani» 1 . L’India, le aree protette e gli sfollati In linea con gli obiettivi della Cbd, anche l’India sta compiendo il suo percorso di espansione fore- stale e di creazione di aree protette: le foreste, a inizio 2019, sono arrivate a coprire il 21,34 per cento del territorio, cioè 701.673 km 2 , più di due volte l’Italia, e le aree protette sono passate da 604 nel 2006 a 868 nel 2019 2 , un’area pari a 165.088 km 2 , il 5 per cento della superficie com- plessiva del paese. Si direbbe un successo per tutti, se non fosse che queste politiche, che vogliono rispondere alla crisi ambientale planetaria, sono talvolta strumento di violazione dei diritti dei popoli che abitano da sempre le terre che si vogliono preservare. In India, si stima che vivano nelle zone forestali protette circa 4,3 milioni 3 di persone, e la loro presenza, per la maggior parte dei casi, è indesi- derata e bersaglio di violenze e sfratti. Il governo, nel salvaguardare le foreste, ha «di- menticato» di tutelare i diritti delle popolazioni che vi abitano: spesso le zone protette sono state create senza tener conto delle esigenze delle co- munità locali, le quali, in maniera inaspettata, si sono ritrovate a vivere dentro nuovi confini. Se prendiamo il caso particolare delle riserve delle tigri, dal 2005 a oggi il loro numero è rad- doppiato, da 28 a 51, provocando lo sfollamento di migliaia di famiglie. Secondo uno studio di La- sgorceix e Kothari 4 , già nel 2009 il numero delle famiglie sfrattate dalle proprie terre era di circa 20mila, cioè più o meno 100mila persone. Secondo la nostra ricerca sul campo, condotta per conto dell’organizzazione Kalpavriksh e finanziata da Rights and resources inititiaves (Rri) 5 , sareb- bero da aggiungere negli ultimi dieci anni altri 60mila 6 sfollati ai 100mila rilevati nel 2009. In nome delle tigri «Le tigri sono sempre state venerate da noi come animali sacri, noi le rispettiamo e loro rispettano noi [...]. Non abbiamo paura delle tigri, il nostro peggiore nemico sono ora le guardie forestali», ci dice Sukharo Arhi, pescatore del Sundarbans. In questo territorio le vittime delle tigri del Ben- gala sono molte, ma per i locali la vera minaccia sono le guardie forestali. Le restrizioni legate alla pesca, le minacce e, a volte, le torture inflitte ai pescatori per vietarne l’attività, hanno lasciato l’intera comunità senza un’alternativa, facendola sprofondare in una situazione di miseria. Stiamo parlando di violazioni di diritti umani tol- lerati dalle istituzioni. Esse di solito non vengono denunciate e, quando lo sono, non vengono perse- guite dalle autorità perché a denunciare sono per- sone di casta bassa, indigeni o dalit, che non ven- gono prese in considerazione. Secondo le popolazioni locali e numerose organiz- zazioni, tra le quali Kalpavriksh, negli ultimi dieci anni i casi di torture e minacce da parte dello stato sono aumentati 7 . Questo dato è confermato A sinistra : donne della comunità indigena dei Baiga del villaggio di Fulparivala. Lottano per il riconoscimento dei loro diritti comunitari nella zona cuscinetto della riserva delle tigri di Achanakmar, Chattisgarh, maggio 2017. | Qui sopra : Entrata principale della riserva delle tigri di Simlipal, Orissa. Le due donne entrano nella foresta per raccogliere i frutti di mahua, importanti per la cultura delle comunita indigene dei Baiga. D TIGRI, UOMINI E RISERVE
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