Missioni Consolata - Maggio 2019
D N egli ultimi decenni siamo stati testimoni dello sviluppo internazionale di nuove politiche ambientali per espandere zone verdi, creare aree protette, ridurre il bracconaggio, preservare specie animali a rischio, conservare la biodiversità. Il tema è all’ordine del giorno di numerosi paesi che vedono nella biodiversità anche un contributo alla sicurezza alimentare e alla salute dell’intera società, e un fattore di diminuzione della vulnera- bilità del territorio di fronte ai disastri ambientali e ai cambiamenti climatici. La Convenzione sulla diversità biologica Il principale strumento che la comunità interna- zionale si è data per la tutela della biodiversità a livello planetario è la Convenzione delle Nazioni unite sulla diversità biologica (Cbd), oggi sotto- scritta da 193 paesi. Adottata a Rio de Janeiro nel 1992 al primo Summit della terra, la Conferenza sull’ambiente e lo sviluppo delle Nazioni unite (Unced), la Cbd è un trattato giuridicamente vin- colante che si pone come obiettivi principali «la conservazione della diversità biologica, l’uso du- revole dei suoi componenti e la ripartizione giusta Più ambiente per tutti, meno diritti per alcuni DI E LEONORA F ANARI Nella corsa mondiale alla conservazione ambientale, l’India si difende bene. Le sue foreste co- prono una superficie maggiore di due volte l’Italia, le aree protette aumentano a vista d’occhio, e tra queste, fiore all’occhiello, le riserve delle tigri sono quasi raddoppiate in 15 anni. Peccato che le sue politiche sempre più restrittive per conservare l’ambiente producano migliaia di sfol- lati, soprattutto tra le popolazioni più povere di indigeni e dalit, territori militarizzati, violenze impunite e appetiti economici che tutto sono fuorché rispettosi della natura. RISCHI E CONTRADDIZIONI DELLE POLITICHE AMBIENTALI
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=