Missioni Consolata - Maggio 2019
MAGGIO2019 MC 31 delle semplici convenzioni, che con il tempo ci siamo però semplicemente abituati ad afferrare. In un film giallo, ad esempio, quando la telecamera si ferma su particolari apparentemente secondari, magari con una musica di sottofondo priva di una vera melodia, noi spettatori automaticamente fac- ciamo più attenzione, perché siamo abituati a quel segnale che ci avverte che probabilmente quei dati secondari in seguito diventeranno molto impor- tanti. Anche se non siamo «del mestiere», a forza di vedere film abbiamo imparato a conoscere quel tipo di linguaggio. Anche gli scrittori antichi utilizzavano trucchi del genere. Alcuni di essi possono essere letti e ri- sultare efficaci anche se ne siamo del tutto incon- sapevoli. Per altri, più tipici di quel tempo, pos- siamo avere bisogno di qualcuno che ci aiuti a ve- derli e ci indichi come usarli bene, esattamente come in certi indizi dei film gialli. Noi, ad esempio, quando esponiamo un tema (ma anche quando raccontiamo una barzelletta...) siamo molto abi- tuati a utilizzare la struttura della «scala»: ogni dato è più importante di quello precedente e ci aiuta a capire quello successivo. L’ultima è l’infor- mazione più importante. Possiamo anche non es- serne consapevoli, ma ormai siamo abituati a usarla. Gli scrittori biblici usano invece spesso la struttura dell’«incrocio»: accumulano delle infor- mazioni in modo apparentemente casuale, ma, a ben guardare, le dispongono come in cerchi con- centrici, dove la prima informazione rimanda al- l’ultima, la seconda alla penultima, e al centro c’è quella più importante. È la cosiddetta struttura a chiasmo usata da Luca in questo brano. Intanto ripete due volte che quella descritta non è una forma di vita comunitaria occasionale: «perse- veravano», «erano costanti». Il livello più esterno (1) è quello più lasco, che da solo non ci farebbe intuire la struttura: ascolta- vano l’insegnamento degli apostoli (è il punto di partenza: v. 42) e godevano della simpatia di tutto il popolo (è il punto di arrivo: v. 47). In mezzo, quasi come parentesi, Luca aggiunge che tutti provavano un timore religioso nei loro confronti (v. 43), come chi si accorge di assistere a qualcosa di speciale, non semplice frutto del lavoro umano. Il secondo livello (2) , più importante, parla dell’«unione fraterna, comunione» (v. 42) e del mangiare insieme in gioia e semplicità (v. 46), pro- prio ciò che accade in una fraternità autentica. Poi, Luca parla, ancora più al centro ( livello 3 ), dello «spezzare il pane» (vv. 42.46), che per le prime generazioni cristiane era la formula per indi- care l’eucaristia. Possiamo stupirci allo scoprire che l’eucaristia non sia il centro del centro, l’elemento assolutamente più importante della vita cristiana: come accade spesso, Luca non ha paura di spiaz- zarci. Avvicinandoci ancora di più al centro ( livello 4 ), in questo sommario che parla della vita cristiana, sta la preghiera (alla fine del v. 42, e poi ancora nella frequentazione del tempio, al v. 46: al tempio si andava per pregare (ma su questo continuare a Livelli 1 2 3 4 5 42 Essi partecipavano assiduamente alle istruzioni degli apostoli alla vita comune allo spezzare del pane alle preghiere 43 Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avveni- vano per opera degli apostoli. 44 Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune. 45 Vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. 46 Ogni giorno erano assidui nel frequentare insieme il tempio e nelle case spezzavano il pane prendevano cibo in letizia e semplicità di cuore 47 lodando Dio e godendo del favore di tutto il popolo MC R
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