Missioni Consolata - Maggio 2019

MAGGIO2019 MC 21 municare con alcuni giornalisti di Gaza e sta tentando di far arri- vare degli strumenti musicali alle scuole elementari della Striscia. «La musica può unire. Non mi il- ludo, non può abbattere confini ma può forse aprire un dialogo». E sono in molti a pensarla come lei: chi vive a ridosso della Striscia infatti, spera solo in una solu- zione di pace. La costituzione di due stati, Israele e Palestina, non spaventa Adele. A spaventarla è il gioco di potere fra partiti politici dall’una e dall’altra parte del muro. Giochi di potere che non tengono conto delle persone coinvolte, di chi ogni giorno vive nella paura. Prima di salutarci Adele mi porta a vedere un luogo, proprio ac- canto alla rete che separa il kib- butz dalla linea di terra che porta a Gaza. Qui, a ridosso del confine, c’è un albero con una targa in pietra: è una lapide. È stata posta a ricordo dei due uomini, due pa- dri di famiglia, morti nel 2014 a causa di un razzo qassam sparato da Gaza. Si erano arrampicati su un palo della luce precedente- mente colpito da un missile per ripristinarlo e riportare la luce nel kibbutz. «È perché non accada più una cosa come questa che continuo il mio lavoro, perché si smetta di morire in modo così stupido: se- gnalo le esplosioni, i palloncini in- cendiari, tutto ciò che accade qui a ridosso della Striscia, non per indicare “un colpevole” ma per- ché si capisca che non è più possi- bile vivere così. È necessaria la pace, aneliamo tutti la pace. E il silenzio che ci circonda va rotto: solo noi, persone comuni, pos- siamo farlo, continuando a par- lare, a lottare, a dire “ci siamo”». Il muezzin inizia a cantare: il vento di gennaio porta la sua voce fino a noi. Sono due mondi così vicini che un semplice canto raggiunge e scavalca il muro, le reti, il filo spinato e pervade l’a- ria.Dal fondo della strada ve- diamo arrivare tre bambine: avranno dieci o undici anni. Salu- tano Adele, la abbracciano. Sono sue allieve. I sorrisi sul volto, il kibbutz che si anima, le persone a passeggio e il sole che inizia a fare capolino da dietro le nubi. È un giorno come tanti, una quotidianità che con- vive con l’inaspettato, con la paura, cercando però di non farsi sopraffare. Il muezzin ha finito il suo canto, per Adele è ora di rientrare a scuola, i ragazzi la aspettano. Nell’aria fredda di gennaio ci salu- tiamo: «Ciò che accade a Gaza è orribile, ma anche qui non è un pic nic». Valentina Tamborra MC A A sinistra : una ruspa termina i lavori di separazione tra Israele e Libano. Qui : un bunker sulla spiaggia al confine tra Israele e Gaza. Al centro : stanza dei giochi bunker in un asilo al confine con il Libano. Qui sotto : la mappa dei «fuochi» che Adele e altri abitanti del confine aggiornano in continuazione. #

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=