Missioni Consolata - Maggio 2019

12 MC MAGGIO 2019 NIGER Parla l’esperto in sfruttamento delle risorse minerarie Paese ricco per gente povera Il Niger è un paese dal clima ostile ma dalla grande ricchezza del sottosuolo. È poco abitato e ci sarebbero risorse per tutti. Ma perché si trova sempre tra i tre ultimi posti della classifica dello sviluppo umano, stilata annualmente dall’Onu? Incontriamo l’atti- vista Maman Sani a Niamey che ci spiega questo. M aman Sani Adamou, si definisce militante altermondialista, collabora con diverse associazioni della società civile nigerina, ed è specializzato sulla tematica dell’in- dustria estrattiva. Ma Sani è un signore pacato, tran- quillo, con le idee chiare e competenza da vendere. Il suo lavoro ordinario è di ispettore al ministero del- l’Educazione. Dottor Sani, il Niger è il quarto produttore di uranio al mondo 3 , perché è anche uno dei paesi più poveri del pianeta? «Occorre partire dagli accordi di difesa dell’aprile 1961, che legano Niger, Benin e Costa d’Avorio alla Francia. In un allegato c’è un contratto di esclusività. I tre paesi si impegnano, nel caso non possano essi stessi utilizzare le risorse strategiche, come petrolio, berillio, uranio, a dare priorità alla Francia per sfrut- tarle. Sono inoltre autorizzati a cercare un altro part- ner solo nel caso in cui la Francia si dice non interes- sata. È un patto di tipo coloniale che ha fatto sì che dal ‘61 tutte le nostre risorse sono destinate in modo prioritario alla Francia. Nel ‘68 è iniziata la realizzazione della prima miniera di uranio, la Somair ad Arlit. È stata firmata una con- venzione di lunga durata, che dava alla Francia la possibilità di sfruttare tutto il minerale. È da notare che il Niger guadagnava molto poco, a livello forfetta- rio solo un miliardo di Fcfa all’anno (circa 1,5 milioni di euro, ndr ), quando i prezzi dell’uranio, sul mercato internazionale erano molto elevati. Nel ‘74 è stata aperta una seconda miniera, la Cominak. Il governo dell’epoca si era reso conto che dall’inizio dello sfrut- tamento dell’uranio nel ‘71 non aveva avuto abba- stanza profitto. Tentò quindi di rinegoziare, per avvi- cinarsi al valore delle risorse come il petrolio. Si era fatto uno studio che equiparava le due materie prime: un kg di uranio produce tanta energia quanto 10mila kg di petrolio. Ma quel governo è stato rove- sciato da un colpo di stato nel ’74. Dopo l’apertura della seconda miniera, si era riusciti ad avere 20 mi- liardi di Fcfa, ma senza negoziare sulla base dell’equi- valenza energetica tra il petrolio e l’uranio. La Francia prendeva tutto l’uranio, e pagava un prezzo fisso, anche se a livello internazionale c’era una fluttuazione, con prezzi nettamente migliori, il Niger non poteva chiedere un adeguamento. Inoltre lo stato non aveva alcuna possibilità di con- trollare i prezzi e neppure il tonnellaggio definitivo estratto, che era controllato da Areva (la multinazio- nale francese che opera nel campo dell’energia in particolare nucleare. Dal 2017, in seguito a ristruttu- razioni, prende il nome di Orano, ndr )». Fino a quando il presidente Mamadou Tanja ha cercato di aprire il mercato… «Questo fino a quando negli anni 2005-2006 con un aumento generale del costo delle materie prime, i diri- genti dell’epoca hanno voluto rivalorizzare l’uranio ed è stata promulgata una nuova legge mineraria che au- mentava un po’ il livello delle royalties. Ci sono stati tentativi di diversificazione dei partner di sfruttamento a partire dal 2006. Tutto questo spiega la fine del regime della VI repubblica con il colpo di stato di febbraio 2010. Ufficialmente il mo- tivo è che il presidente Mamadou Tanja aveva forzato la Costituzione per ricandidarsi dopo due mandati, ma di fatto le ragioni del rovesciamento sono da cer- care nel dossier uranio. Dopo la caduta del regime e le nuove elezioni la legge mineraria non era ancora applicata. Possiamo par- lare di sotterfugio, riferendoci all’accordo di partena- riato strategico che rimpiazza la legge. Nell’accordo Areva propone qualche sussidio e realizza qualche opera intorno ad Arlit. Inoltre il mega giacimento di Imourarene, che avrebbe dovuto produrre 5mila ton- nellate all’anno, la più grande miniera di uranio del continente, e doveva partire nel 2011-12 non è ancora in sfruttamento. Curiosamente il governo non cerca di riprendere il titolo di sfruttamento ad Areva per affidarlo a un altro potenziale concorrente». Quindi nessun beneficio per la popolazione? «Lo sfruttamento dell’uranio in Niger non ha per- messo di creare sviluppo nel paese, al contrario, pro- duciamo circa 3.500 tonnellate/anno di uranio, ma sono i dati di Areva, non possiamo fare una contro verifica nazionale. Possiamo dire che questa risorsa non ha permesso di avere un beneficio per la popola- zione, ma al contrario ha aggravato alcuni problemi, come quello ambientale. Inoltre il fatto che il mega giacimento di Imourarene non sia stato sfruttato ha causato delle perdite per i contratti delle società dell’indotto già firmati. Areva ha l’abitudine di dare

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