Missioni Consolata - Maggio 2019
lizzazione, inquadramento». Si tratta di un movimento più mor- bido, ma egualmente molto inci- sivo in un paese al 98% musul- mano. Chiediamo a Moussa se si può parlare di radicalizzazione del- l’islam. «Non so se il termine radicalizza- zione dell’islam sia appropriato. Il fenomeno che osserviamo è un ri- torno in forza di religiosi, nella vita di ogni giorno, anche in ambienti dove non erano presenti. Ad esempio nelle università i temi do- minanti sono cambiati. Qualche anno fa i discorsi erano di sinistra, oggi sono sorte ovunque zone di preghiera, e gli studenti sono più legati a questo aspetto. Nella so- cietà ci sono alcune correnti che si stanno imponendo, come i Salafiti, che predicano il ritorno ai valori di base, alla “società islamica prima- ria”, così la chiamano. Una pratica che segue alla lettera il Corano e non ammette sincretismo. Prima dominava la corrente sufi della Tijanyyah, più incline a coabitare con altre pratiche, con una certa tolleranza. Adesso la corrente Izala 1 (un movimento salafita ori- ginario della nigeria del Nord), che era minoritaria, si è propagata e ha molti adepti. Vedete le donne velate in modo diverso, un diffe- rente stile di vestirsi, di portare la barba». Ci chiediamo come sia successo questo. «Oggi c’è un reflusso della sinistra tradizionale. In passato c’erano correnti marxiste leniniste che proponevano qualcosa di di- verso. Assistiamo quasi alla scom- parsa di queste forze che erano quelle anti sistema. Si è creato un vuoto che gli islamisti stanno riem- piendo». Due movimenti dunque, uno che ha scelto la via della lotta armata e l’altro quella della penetrazione sociale. Che contatti ci sono tra di loro? «Non osserviamo ancora un’u- nione tra queste due correnti. Se si unissero, l’islamismo costitui- rebbe una forza notevole nei no- stri paesi. Entrambi si oppongono a chi è al governo e propongono un loro progetto, che è un pro- getto antisistema. Essi dicono di essere contro la democrazia, an- che se non è proprio la democra- zia quello che stiamo facendo qui, la chiamiamo così anche se è im- perfetta. Loro propongono qual- cosa di diverso. Anche dal punto di vista legislativo, vogliono delle so- cietà rette dalla legge islamica». Islam e politica «Ma è anche un movimento poli- tico, incoraggiato dall’interno come dall’esterno. Osserviamo l’ampliamento di una dinamica riformista della religione che intro- duce nuovi modi di pensare, di vi- MAGGIO 2019 MC 11 MC marzo 2018). I contingenti hanno la doppia scusa di combat- tere il terrorismo e bloccare i flussi migratori. Moussa Tchangari è molto cono- sciuto nel suo paese, come leader della società civile, come uno che non si piega nel difendere i suoi ideali. E per questo negli ultimi anni è stato anche incarcerato più volte, da un governo, quello di Is- soufou Mahamadou, che si dice socialista. Con lui abbiamo parlato delle grandi preoccupazioni dell’a- rea e delle sfide della società civile. Gli islamisti, perché? Moussa ci spiega quali possono essere le cause profonde dell’inse- diamento dei gruppi jihadisti in tutta l’area. «Gli islamisti sono la forza anti sistema più visibile, più evidente e più attiva in questo momento storico. Nella maggior parte dei paesi del Sahel, Mali, Burkina e Niger, sono loro che fanno parlare di sé. Sono armati e portano avanti una sorta di guerri- glia, compiono attentati contro obiettivi civili e militari». Ma, ci spiega Moussa, con la sua voce calma e calda, non è l’unico feno- meno importante di questi anni. «Vediamo anche una corrente islamista non armata , che sta pro- gredendo nella società. I suoi adepti fanno un lavoro paziente di educazione, formazione, sensibi- MC A • Migranti | Jihadisti | Islam e politica | Uranio • A sinistra : vista della prima miniera d’ura- nio del Niger, la Somair, a cielo aperto, nei pressi di Arlit. Qui : zona commer- ciale nel centro della citta di Zinder, seconda città del Niger a 900 km dalla capitale. # ( continua a pag. 14 )
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