Missioni Consolata - Marzo 2019
MARZO 2019 amico 75 maestosità di un progetto di salvezza che non esenta dalla negatività della vita, ma ci passa attraverso e la supera in grandezza e potenza. Questa è la promessa di Gesù. E a pen- sarci quasi vengono le vertigini, quasi ci si sente scossi da que- sto mistero da cui scaturisce la timorosa domanda: “Non è forse indegno, subire la sua stessa condanna?”. Gesù non ha mai promesso una vita sem- plice. A lui per primo non sono stati risparmiati i dolori piú co- muni - il lutto, la tentazione, il tradimento, l’ingiustizia - ma anche la persecuzione, l’esilio, la condanna. Il regno dei cieli non è un parco giochi, è la cer- tezza che al di là di tutto que- sto dolore, al di là della vita e della morte, il suo amore è in- fallibile ed eterno. Questo è ciò che il ladrone ha compreso e questo è ciò a cui aspira quando, in fin di vita, chiede al Signore di ricordarsi di lui. Guida: Se riuscissimo ad accet- tare la sofferenza, anzi ad acco- glierla e ad attraversarla, forse potremmo scorgervi il principio di qualcos’altro. Forse anche la radice della speranza. Lettore 1: «Tu soffri e pertanto il tuo dovere è di sperare. È tuo dovere di uomo. È per te che Cristo è disceso sulla terra. Per te più che per qualsiasi altro, perché soffri più di qualunque altro. L’angelo non spera, per- ché gioisce della sua gioia e Dio gli ha, in anticipo, dato tutto e il ciottolo non spera più, perché vive stupidamente di un presente perpetuo. Ma quando Dio ha plasmato la natura dell’uomo, ha creato insieme la speranza e la preoccupazione. Poiché l’uomo, vedi, è sempre molto di più di quel che è [...]. La Speranza è il meglio [degli uomini]». ( J. P. Sartre, Bariona o il figlio del tuono , Marinotti, 2003 ). Lettore 3: In questo brano Bal- dassarre, uno dei tre Re Magi in cerca di Gesù, si rivolge e Ba- riona, capo di un villaggio san- guinante sotto la dominazione romana. Ciò che colpisce è che la sofferenza viene presentata come caratteristica strutturale dell’umanità, a tratti distintiva. Infatti, ci distingue dagli angeli e dagli esseri inanimati, ma poi- ché Dio si è fatto partecipe del nostro soffrire, ci rende simili a Lui. Non esiste più la differenza tra dèi immortali e uomini mor- tali, perché Dio si è fatto uomo fino alla morte, ma ci ha resi di- vini con la speranza della resur- rezione. Segno: Ognuno scrive una sof- ferenza, sua o altrui, che vuole offrire al Signore. Il fo- glietto viene poi appeso ad una croce ed elevato attra- verso di essa. Canto: Nada te turbe. Lettore 2: Se Gesù si fa parte- cipe della sofferenza umana e la condivide appieno, allora questa diventa luogo di incon- tro con Lui. Non più come la vecchia legge ebraica, che la considerava come punizione di- vina e quindi come assenza di Dio, la nuova alleanza di Cristo trasforma la sofferenza in pre- senza sua. Lettore 1: «La tenerezza di Dio si fa presente nella vita di tante persone che si tro- vano accanto ai malati e sanno coglierne i bi- sogni, anche quelli più impercettibili, perché guardano con occhi pieni di amore. Quante volte una mamma al capez- zale di un figlio ma- lato, o un figlio che si prende cura di un genitore anziano o un nipote che sta vi- cino al nonno o alla nonna, mette la sua invocazione nelle mani della Ma- donna! Per i nostri cari che soffrono a causa della malattia domandiamo in primo luogo la salute; Gesù stesso ha manife- stato la presenza del Re- gno di Dio proprio attra- MelanieTata melloveschallah/Flickr.com verso le guarigioni. Ma l’amore animato dalla fede ci fa chie- dere per loro qualcosa di più grande della salute fisica: chie- diamo una pace, una serenità della vita che parte dal cuore e che è dono di Dio, frutto dello Spirito Santo che il Padre non nega mai a quanti glielo chie- dono con fiducia». ( Papa Francesco, Messaggio per la XXIV Giornata Mondiale del Malato 2016) Guida: Concludiamo con il Pa- dre nostro, offrendo al Signore le sofferenze nostre, dei nostri familiari e amici e del mondo intero, fiduciosi che non ci farà mancare il pane quotidiano della sua presenza. Canto: Servo per amore. Annarita Leserri AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT
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