Missioni Consolata - Marzo 2019
Il 16 marzo 1649 la nascente missione di sant’Igna- zio fu assalita da oltre mille Irochesi che uccisero moltissimi Uroni, altri furono torturati senza pietà e un gran numero di donne e bambini furono rapiti per essere assimilati e schiavizzati nella tribù dei vincitori. Catturarono i padri De Brébeuf e Gabriel Lalemant. Strapparono loro le unghie e li legarono a un palo, con delle scuri incandescenti legate al collo che bruciarono loro il dorso e il petto, mentre una cintura di corteccia con pece e resina incen- diate cingeva i loro fianchi. Li «battezzarono» con acqua bollente e trafissero con aste arroventate, strappando loro brandelli di carne e divorandola davanti ai loro occhi. I torturatori, infuriati perché padre Jean invece di gridare dal dolore continuava a pregare Dio, gli strapparono le labbra e la lingua, gli ruppero le mascelle, ficcandogli in gola tizzoni ardenti; poi finalmente sazi di tanta crudeltà, gli aprirono il petto e gli strapparono il cuore, lo man- giarono e ne bevvero il sangue, convinti - secondo le loro credenze - di assimilarne così il coraggio. Con il passare degli anni l’evangelizzazione semi- nata da padre Jean de Brébeuf e dai suoi compa- gni, cominciò a dare i primi frutti, al punto che nel 1649, anno in cui egli fu ucciso, gli Uroni battezzati erano quasi settemila. Come dicevano i cristiani dei primi secoli: «Il san- gue dei martiri è seme di nuovi cristiani», così il sa- crificio dei martiri canadesi non fu inutile, perché nei decenni successivi, la comunità cattolica ri- prese vigore e si affermò saldamente in quei vasti territori, donando alla Chiesa altri santi come Ka- teri (Caterina) Tekakwitha (+1680). Don Mario Bandera Cayuga, Oneida, Onondaga e Seneca) avevano stretti rapporti commerciali con gli Olandesi a cui vendevano soprattutto pellicce. Ma l’uccisione sconsiderata dei castori aveva portato alla loro quasi totale estinzione nei loro territori. Gli Irochesi, quindi, avevano bisogno di conquistare nuove aree per continuare i loro commerci. In più gli Olandesi, al contrario dei Francesi, non si facevano scrupolo a vendere armi da fuoco agli Irochesi, per cui questi, meglio armati e istigati dagli Olandesi e Inglesi (al- leati e protestanti, che volevano mandare via i Fran- cesi, competitori nella colonizzazione e per di più cattolici), ebbero facilmente la meglio sugli Uroni, con poche armi da fuoco e già decimati dalle epide- mie che avevano dimezzato la popolazione. Fu proprio nel contesto di questa sanguinosa guerra fra i due gruppi di tribù che si collocò la nostra sto- ria con il conseguente sacrificio di noi Gesuiti fran- cesi che, fatti prigionieri, fummo sottoposti ad pro- lungate e feroci sevizie, secondo l’uso degli Irochesi di torturare i loro nemici per ore e ore, a volte addi- rittura per giorni interi sino alla morte. Il vostro eroismo nel sopportare le torture e nell’andare incontro alla morte pregando per i vostri torturatori, impressionò gli Irochesi, tanto che vi strapparono il cuore per mangiarlo e diventare partecipi del vostro coraggio. Per voi questo è certo un risvolto macabro e disgu- stoso, ma se lo guardiamo dal punto di vista della storia della Missione possiamo dire che un po’ del cuore dei martiri restò davvero nell’anima degli Iro- chesi. Infatti, l’esperienza cristiana non si estinse completamente, anzi, nei decenni successivi, ri- prese vigore e fiorì di nuove opere, che dal sangue dei martiri traevano insostituibile linfa. 4 chiacchiere con... 72 MC MARZO2019
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=