Missioni Consolata - Marzo 2019

• Droga | Esecuzioni sommarie | Carceri | Riabilitazione • MARZO2019 MC 55 Pronto intervento Sono quasi le undici di sera. Squilla il cellulare di Orly. «Ok», si limita a rispondere. Mette giù e corre ad avvisare i suoi due «gio- vani»: è così che chiama i suoi as- sistenti, coetanei Carlos e Joseph. «Andiamo, hanno trovato il corpo di un ragazzo non molto lontano da qui». A quest’ora non c’è traffico e in pochi minuti raggiungiamo il luogo del misfatto: un vicolo cieco poco illuminato nel baranggay (quartiere) Baritan. La pioggia bat- tente non fa desistere i più curiosi intorno al perimetro delimitato dalla scientifica. Una signora anziana si dispera. Ha continui mancamenti. È la madre della vittima e Orly si catapulta su di lei mettendole in mano il suo biglietto da visita. Le sussurra qualcosa all’orecchio e sale sul furgoncino. Herman, questo il nome del ra- gazzo ammazzato. Ventotto anni. Era uno del baranggay . È stato freddato con un colpo di pistola in un occhio mentre rincasava. Ha il volto e il busto interamente co- perti dal sangue. La scientifica non si degna neanche di coprirlo. «Fumava shaboo tutto il giorno. Sapeva quali rischi correva», dice a bassa voce una sua giovane vi- cina di casa. «Mi hanno detto che aveva cominciato a spacciare», le fa eco un signore di mezza età. I poliziotti finiscono i rilievi e fanno cenno ai «giovani» di Orly di prendersi il loro morto. Lo spet- tacolo è finito e la folla si di- sperde. Il «metodo» Duterte Punta di diamante della crociata di Duterte è la strategia tokhang (dalla contrazione delle parole toktok «bussare» e hangyo «ri- chiesta»), già ampiamente rodata ai tempi in cui era sindaco a Da- vao. I poliziotti, grazie a una rete di informatori, sono dotati di elenchi dettagliati di utilizzatori e venditori di shaboo . Sulla base di questi invitano gli spacciatori a consegnarsi alle autorità e ad avere in tal modo salva la vita. Un solo avvertimento: chi sgarra ha le ore contate. Il tokhang sembra avere dato i suoi frutti. Secondo gli archivi della polizia nazionale, in poco più di due anni di governo Duterte sarebbero state più di un milione e mezzo le autodenunce che hanno comportato un impres- sionante sovraffollamento delle carceri e dei centri di riabilita- zione. «La polizia ha almeno una spia in ogni baranggay . Quando questa viene a sapere di un tossico o di uno spacciatore in zona, spiffera tutto ai poliziotti che fanno fare il lavoro sporco ai vigilantes ». Fe Siega Peregrino ha 54 anni, è vedova e vive insieme ai quattro figli nell’umilissimo Distretto 2 a Quezon City, una città di oltre due milioni di abitanti confinante con la capitale Manila, sempre nella Regione capitale nazionale. Da un anno a questa parte alla fa- miglia Peregrino si è aggiunta Lady Love, 12 anni, figlia di un cu- gino di Fe Siega. «I suoi genitori sono stati uccisi davanti ai suoi oc- chi. Adrian e Vivian sono stati giu- stiziati con una pistola da uomini mascherati. Non è importato loro di farlo davanti alla bambina. È stata Lady Love a raccontarcelo. La polizia non ha mai aperto un’indagine». Con una scopa Fe Siega caccia un ratto che si è intrufolato in casa. «Mio cugino Adrian tirava un ri- sciò, un lavoro molto faticoso. Non guadagnava abbastanza per mantenere moglie e figlia. Vivian faceva l’estetista a domicilio e an- che i suoi guadagni erano scarsi. Poi, un giorno, hanno provato lo shaboo . Annullava la stanchezza, così potevano lavorare più ore al giorno. Hanno cominciato a spac- ciarla entrambi per fare più soldi. Le spie sono venute a saperlo e li hanno uccisi. Non so se avessero avuto qualche avvertimento». In un recente dossier di Amnesty International dal titolo Se sei po- vero, vieni ucciso 1 , supportato da inchieste, reportage e testimo- nianze, viene spiegato come nelle Filippine nascono le liste stilate dagli informatori della polizia. Viene dato risalto a dicerie, riva- lità, trascorsi reali o completa- mente inventati. Un agente riceve delle mazzette per delle esecu- zioni: tra i 155 e i 285 euro, tal- volta con un’aggiunta da parte delle autorità locali. Succede an- che che un ufficiale retribuisca i vigilantes per ammazzare al posto suo. La via della riabilitazione Per gli spacciatori grandi, medi e piccoli delle Filippine dell’era Du- terte, è possibile scegliere tra morte violenta e carcere: sono le uniche due alternative. Per i tossi- codipendenti si aggiunge una terza scelta: la riabilitazione. Es- sere accettati in un centro di riabi- litazione è una vera e propria be- nedizione: non c’è il rischio di es- sere ammazzati e dopo un pe- riodo, relativamente breve, di trattamento, si può ricominciare una nuova vita. MC A

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