Missioni Consolata - Marzo 2019
42 MC MARZO2019 D Cina e religione / 1 Dalla controversia sui riti alla Chiesa patriottica K angxi (1654-1722) è l’imperatore della «controver- sia sui riti» con la Santa Sede. Nel 1692 promulga l’«Editto di Tolleranza religiosa» che autorizza la conversione al cristianesimo e concede il diritto di co- struire chiese e predicare pubblicamente. Un missiona- rio gesuita, Martino Martini (riquadro a pagina 38, ndr ), fa di- scendere il nome Cina dalla dinastia 秦 (= Qin) la stessa dinastia che nel 220 a.C aveva realizzato il sogno di unificare il regno degli Stati Combattenti. A differenza dei missio- nari francescani e do- menicani che vole- vano vietare il culto degli antenati, i gesuiti hanno un approccio di comprensione. È pro- prio Martino Martini ad essere inviato a Roma per chiarire la controversia dei riti e della traduzione di «Signore del Cielo». Questa azione viene pesantemente contestata da altri missionari presenti in Cina e il vicario apostolico della provincia di Fujian (Sud Est del paese), Charles Maigrot della Società per le Mis- sioni estere di Parigi, proibisce di iscrivere ed incidere sulle tavolette dei defunti l’espressione «sede dell’A- nima». Questo divieto viene poi ufficializzato da papa Clemente XI con la costituzione apostolica Cum Deus Optimus del 1704. Nel 1742 papa Benedetto XIV con- ferma questa proibizione. La grande paura di Kangxi è quella di venire sopraffatto dalla superiorità tecnica europea: in breve tempo, l’im- peratore cambia la sua politica di tolleranza nei con- fronti dei missionari cristiani presenti in Cina, demar- cando in modo molto netto il rifiuto del cristianesimo. L’identità cristiana viene fatta coincidere con quella del- l’intruso occidentale, imperialista, assetato di coloniali- smo. ● 1839-1842 e 1856-1860 - Con i Trattati Ineguali delle Guerre dell’Oppio, le missioni cattoliche finiscono sotto il protettorato della Francia, con i loro cristiani stranieri e da autoctoni. Il papa Leone XIII non osa inviare il suo nunzio apostolico in Cina. ● 1900 - Odio xenofobo verso i cattolici. La rivolta dei Boxer uccide missionari e semplici cristiani. Cristo è identificato come un uomo con la pancia piena nei ma- nifesti dei rivoluzionari, simbolo del capitalismo e del- l’occidente che avanza. ● 1912 - Repubblica cinese di Sun Yat Sen: abolizione della legge che impone alle donne la fasciatura dei piedi. ● 4 maggio 1919 - Rivoluzione degli studenti che si ri- bellano alla politica imperialista e all’imposizione del Trattato di Versailles : gli studenti sono contro la risposta del governo cinese che cedeva lo Shandong alle potenze coloniali, in primis al Giappone. ● 1937 - Nanchino, la capitale del nazionalismo cinese, cade davanti ai giapponesi. È un massacro. Solo il 13 di- cembre di quell’anno, nella sola Nanchino si stima che siano stuprate tra le 20.000 - 80.000 donne. Era già co- minciato il progetto di panasianesimo imperiale del Giappone che trovava nella Germania nazista il suo principale alleato. ● 1938 - Dopo il massacro di Nanchino, i giapponesi ar- rivano a Kaifeng già da giugno. L’esercito nazionalista ci- nese del Guomingdang, guidato da Chiang-Kai-Shek, deve allearsi con l’acerrimo nemico interno, il Partito co- munista cinese, per fermare i giapponesi. ● 1939 - Papa Pio XII dichiara compatibili fede cristiana e riti confuciani e autorizza la traduzione in cinese della liturgia. ● 1949 - Fondazione della Repubblica popolare cinese (Rpc). Negli anni Sessanta la direzione del partito era as- solutamente contraria alla Chiesa cattolica. Il partito sfrutta la lotta contro la «superstizione religiosa» per potersi rafforzare. ● 1957 - Fondazione dell’«Associazione patriottica dei Cattolici cinesi» con l’appoggio dell’«Ufficio governativo degli Affari religiosi» della Rpc. Circa tre milioni di catto- lici cinesi aderiscono. Desiderano l’indipendenza della Cina. Lottano contro l’imperialismo, contro la miseria, contro il capitalismo. Sono per la fine di tutte le supersti- zioni, per l’uguaglianza fra gli uomini, per il presidente Mao. Sono sotto la guida del Pcc. ● 1976 - Fino al 1976, anno della morte di Mao e della fine della «Banda dei quattro», per il Pcc i vescovi «con- trorivoluzionari» e «illegittimi» sono quelli che hanno relazioni con gli imperialisti americani e che tentano di restaurare «la dominazione reazionaria del Vaticano». ● 1978 - È l’anno di Deng Xiaoping e della politica di 开 发展 apertura allo sviluppo economico. Le cose cam- biano con la liberalizzazione delle attività commerciali. Anche da parte del popolo cinese nei confronti delle co- munità cattoliche. Innanzitutto sono tollerate le chiese. ● 1981 - Giovanni Paolo II rivolge a Manila un saluto a tutti i cattolici della Cina. In quello stesso anno, il Vati- cano viene accusato di interferire sul riconoscimento dell’arcivescovo di Canton. A seguito ci sono consacra- zioni di vescovi della Chiesa patriottica senza la consulta- zione della Santa Sede. Questa situazione porta il cardi- nal Rossi, prefetto della Congregazione per l’evangeliz- zazione dei popoli, ad autorizzare i vescovi cinesi «legit- timi e fedeli alla Santa Sede» a ordinare altri vescovi, se necessario, senza previa intesa con Roma. Questo privi- legio (già concesso in passato per i paesi europei sotto il regime comunista) porta però all’inasprimento dei rap- porti fra vescovi «clandestini», «ufficiali» e «patriottici». ● 22 settembre 2018 - Tra Vaticano e Pechino viene fir- mato un accordo provvisorio. Vi.P.
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