Missioni Consolata - Marzo 2019
necessario mettersi in gioco da entrambe le parti, tenendo conto dei rischi. La costruzione di un legame fra Cina e Occidente, la 关系 , la guānxì , richiede un interlocutore dell'ex Impero Celeste che non sia solo la Santa Sede. Per cogliere i segni dell’epoca che stiamo vivendo, può essere utile un viaggio indietro nel tempo per ritrovare così quell’incontro fra il gesuita Matteo Ricci e il mandarino Ai Tian, vissuti oltre quattro- cento anni fa. Un incontro gravido d'insegnamenti utili per noi oggi. Anno 2018: sulle orme del viaggio del 1605 da Kaifeng a Pechino Allo scalo nella capitale Pechino devi scendere con i bagagli, fare il controllo, compilare il cartoncino giallo senape dove dichiari - come straniero - i tuoi dati, la tua nazionalità, il motivo della tua perma- nenza, il luogo in cui alloggerai. Non è diretto l’imbarco dei bagagli da Pechino per qualsiasi altra città cinese. Figuriamoci se questa si trova nello Henan, estremo Nord Est del Paese di mezzo. E fin qui nulla di nuovo. 40 MC MARZO2019 D La Cina e il culto degli antenati D al suo inizio, la dinastia Shang (XVI-XII secolo a.C.) praticava la divinazione con le iscrizioni incise sulle ossa dei buoi o sui carapaci che venivano fatte screpolare nel fuoco. I segni dell’ignipuntura veni- vano poi interpretati a seconda della preghiera che ve- niva realizzata durante la loro invocazione. Li si pregava, ad esempio, di far scendere la pioggia, di far cessare un’epidemia, di allontanare i nemici. L’equilibrio fra i vivi discendenti e i defunti avi è di natura omeostatica: il de- bito dei posteri nei confronti dei predecessori viene sciolto nel momento in cui si mantiene la promessa di comportarsi bene sulla terra, senza farli arrabbiare e il mantenimento in vita sulla terra avviene attraverso la generazione della prole. Il debito con gli antenati si con- trae e si riscatta periodicamente con offerte e sacrifici, soprattutto durante la festa. Le tavolette funerarie sono racchiuse in urne di pietra. In passato, in occasione di tutti i grandi eventi del regno e di tutte le solennità della vita di palazzo, un lettore veniva a renderne conto, con voce possente. Delle gocce di sangue, venivano versate nei punti delle tavolette dove si presupponeva ci fossero le orecchie e la bocca del defunto. Ancora oggi, secondo la tradizione, le famiglie preparano per la notte di Capo- danno (cade sempre tra la seconda metà di gennaio e la prima metà di febbraio) un altare con l’incenso e le of- ferte sul quale mettono i ritratti degli antenati, e le «ta- volette degli antenati» con i nomi della genealogia della propria famiglia. Dopo aver bruciato tre fasci di incenso ci si inchina davanti agli antenati, vengono recitate le preghiere e si fanno le offerte per un raccolto proficuo nel prossimo anno. Infine, le immagini di carta e il de- naro offerto vengono bruciati: il fumo trasporta le pre- ghiere della famiglia al Cielo. N ella stele di Kaifeng, anno 1489 - oggi conservata nel Kaifeng Museum of Jewish History - si trova l’i- scrizione in ideogrammi da cui si deduce che l’inse- gnamento delle Sacre Scritture è compatibile con l’inse- gnamento confuciano. Evidentemente già da allora la tra- duzione dell’iscrizione espose gli israeliti ad una sinizza- zione. Un’iscrizione su pietra, un segno ideografico, una scrittura che non doveva morire. Il culto degli antenati dialoga con la religione delle Sacre Scritture partendo dal mito. Il patriarca Abramo viene da Pangu, creatore, all’ini- zio di Tutto. È da un uovo che contiene il Caos che Pangu viene creato. Ma è necessaria una rottura del guscio, da parte del gigante Pangu dall’interno: una volta divenuto adulto dalla rottura dell’involucro, il tuorlo diviene la Terra e l’albume il Cielo. Il corpo del gigante ha conti- nuato ad allungarsi generando montagne e fiumi finchè è sparito interamente come corpo ed è divenuto creato. Si comprende bene da questo mito che, all’origine, l’uni- verso e il modo di percepirlo da parte dell’umanità ha come punto di contatto il riconoscimento di un’osmosi di rapporto fra Cielo e Terra. Anche il ruolo del sacrificio e degli antenati risente di questa concezione immanente della realtà. «Servire i morti come si servono i vivi, non usare la scusa della scomparsa dei capostipi antenati sulla terra che vedi per smettere di pregare… continuare a servire i di- menticati come se fossero gli ultimi sopravvissuti… of- frire buoi, offrire capre a seconda della stagione, in le- game con te». Così si legge nella stele. La scelta dell’immanenza del pensiero fra mito e cosmo- gonia cinese trova qui la sua radice culturale e nella pra- tica rituale comunitaria dello sciamanesimo. Ma non en- tra in collisione con le religioni della Bibbia. Vi.P.
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