Missioni Consolata - Marzo 2019
I l tema al centro di questo dossier è il dialogo tra Occidente (in particolare, la Santa Sede) e Cina. Dialogo che, nei secoli XVI e XVII, sa- rebbe potuto essere fruttuoso se non fosse sci- volato su fraintendimenti e interruzioni a causa di reciproche diffidenze. Matteo Ricci, missionario gesuita del 1600, durante il suo viaggio in Cina incontrò a Pechino il funziona- rio mandarino Ai Tian, di religione ebraica, che aveva l’incarico di verificare l’identità monoteista di Li Madou (nome cinese del Ricci), soprattutto la sua non appartenenza a religioni allora bandite dal- l’Impero. Con intelligenza e umiltà entrambi com- presero che la via per il riconoscimento della reci- proca identità religiosa avrebbe facilitato l’amicizia fra Oriente e Occidente. Pechino e il dipartimento «Affari religiosi» Va poi ricordato che i rapporti tra Santa Sede e Cina, dall’Ottocento a oggi, hanno attraversato al- terne vicende: dalle guerre dell’oppio al protetto- rato francese delle missioni, dall’invasione giappo- nese della Manciuria al massacro di Nanchino, dalla Rivoluzione culturale di Mao alla rivoluzione della soft power dell’attuale presidente Xi Jinping. In alcuni proverbi di saggezza orientale ( chengyu, in La religione, dall’Impero al Partito DI V ITTORIA P OLLINI Cina e Santa Sede sono a un crocevia dove si decide il futuro del cattolicesimo nell’«ex Impero celeste» e dell’umanità cinese con i suoi legami sociali, politici, pedagogici. Il 22 settembre 2018 è stato firmato un «Accordo provvisorio» (e non pubblico) per introdurre elementi stabili di collaborazione e per il riconoscimento dei vescovi. Un cammino iniziato più di 400 anni fa su vie di conciliazione tentate da alcuni uomini di pace come il missionario gesuita Matteo Ricci (Li Madou) e il mandarino ebreo Ai Tian. Il loro messaggio parla all’oggi partendo da un passato che non va dimenticato. Anche dagli stessi cinesi emigrati in Italia. CRISTIANESIMO E FEDE NEL PAESE DI MEZZO © Wang Ye / Xinhua / AFP
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